Il collega di lavoro che ogni tanto mi tratta come se fossi suo fratello

Gent. mi esperti,

sono un ragazzo di 35 anni con ormai 15 anni di carriera lavorativa alle spalle.
Vi scrivo in quanto sul posto di lavoro, in ufficio, da circa un mese, è presente un collega (neoassunto) poco più giovane di me, che proprio quando interagisce con me, in diverse occasioni esclusivamente lavorative, tende a toccarmi: dandomi innanzitutto la mano di saluto tutte le mattine (come se fossi il suo padrone... ) ; talvolta mettendomi una mano sul braccio per pochi secondi, oppure dandomi finti pugni sul petto, oppure ancora facendomi brevi massaggi alla schiena mentre sono seduto alla scrivania.
In due occasioni, inoltre, durante la pausa pranzo ha scherzosamente preso con le sue mani, dal mio piatto, delle patatine fritte: gesto compiuto dinanzi gli altri miei due colleghi (rispettivamente di 10 e 20 anni più grandi di me).


Mi piacerebbe sapere come potrebbero essere interpretati i gesti sopra descritti (sicurezza, insicurezza, mancanza di affettività, narcisismo?) , che sinceramente in ambito lavorativo risultano del tutto inopportuni e di possibile ammonimento con provvedimenti disciplinari.
D'accordo che il neoassunto risulta quasi mio coetaneo, però, questo suo comportamento nei miei confronti (come se fossi suo fratello), ogni tanto, riflette in me un lieve disagio.


Potrebbe essere opportuno richiedere al datore di lavoro l'intervento di una figura psicologica specializzata?
Come si chiama nello specifico questa figura?


Altri aspetti che ho notato del neo collega sono i seguenti:
quando gli parlo dice spesso di abbassare la voce, anche se non ho un tono eccessivamente alto (questa richiesta il ragazzo la rivolge anche nei confronti degli utenti esterni sul posto di lavoro); il ragazzo ha un tono di voce abbastanza squillante; nel linguaggio verbale, spesse volte, il collega tende ad avvicinarsi troppo verso di me col viso; durante i primi giorni di lavoro mostrava troppa sicurezza di sé, poi progressivamente diminuita dopo una recente sgridata da parte della mia collega.


Spero di essere stato sufficientemente esaustivo per ottenere un Vostro cortese parere.

Con l'occasione vi ringrazio molto per l'attenzione e porgo cordiali saluti.
Dr.ssa Elisabetta Carbone Psicologo, Sessuologo 251 10
Gentile Sirio,
Può essere utile leggere questa situazione non tanto cercando di spiegare il comportamento dell’altro, quanto di riflettere su che effetto produce in lei. Si tratta di definire i propri limiti e di capire come farli rispettare. In ogni contesto relazionale (anche in quello lavorativo) esistono dei confini che ci aiutano a mantenere equilibrio, rispetto reciproco e senso di sicurezza. Prima di coinvolgere il datore di lavoro o altre figure, potrebbe essere utile un confronto personale con un professionista che la aiuti a esplorare come gestire questi confini e a trovare un modo efficace di comunicare il suo disagio, preservando la serenità e la professionalità del contesto.
Questo potrebbe aiutarla a comprendere le dinamiche relazionali e a potenziare le sue strategie comunicative e di tutela personale.
Un cordiale saluto,

Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483

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