Paura di vivere blocco

sono un ragazzo di quasi 30 anni. Sono nato in un piccolo paese e sono cresciuto in una famiglia in cui molta importanza viene data alle regole. Mia madre è una donna egocentrica e molto possessiva anche se in maniera non troppo esplicita, mio padre è un uomo presente fisicamente, ma che non mi ha mai trasmesso nulla poichè inesistente dal punto di vista emotivo ed affettivo. Sin dai tempi della scuola ero succube dei bambini caratterialmente più forti e decisi e tutto questo è durato fino alle scuole medie. In questo periodo, ho avuto delle brevissime esperienze omosessuali con il mio migliore amico (tentativo di rapporti anali non completi) e ricordo che al lui non piacevano particolarmente, ma a me si. Tutto è stato poi dimenticato. Arrivato al liceo ho comiciato a soffrire d'ansia e crisi di panico legate all'ipocondria, per questo ho cominciato ad essere seguito da un psichiatra (rapporto conclusosi alcuni mesi fa). Al liceo avevo fidanzate ed amici, ma cominciavano già a farsi sentire paure di non riuscire nella vita, ansia di non fare le cose in tempo e una sorta di tensione per mancanza di comunicazione in famiglia. All'università mi sono trasferito a Bologna, ma nei fine settimana sono sempre tornato al mio paese non volendomi staccare realmente da casa. A distanza di alcuni anni ho maturato la paura di essere omosessuale e di voler addirittura cambiare sesso per cui sono stato sempre seguito dal mio pischiatra il quale mi ha riportato in una situazione di stabilità. Durante e terminati gli studi ha cominciato a farsi più forte la paura di essere un fallito, di non trovare un lavoro e di non riuscire nella vita, in concomitanza con un una vergogna per le proprie idee ed interessi ed un crescente opportunismo nei rapporti con amici e conoscenti. Dopo aver conosciuto una donna di 11 anni più grande ho cominciato a pianificare una relazione costruttiva con lei che, solo ora, mi rendo conto essere stata solo una copertura per non dover affrontare la vita. Con la scusa di avviare un'attività professionale in proprio vengo da lei mantenuto in tutto e per tutto, si è creato un rapporto simile a quello tra madre e figlio. Io associo lei ad una figura materna anche durante i rapporti sessuali e tendo sempre a nascondermi dietro la sua figura. Avendo cambiato città ho anche abbandonato di botto tutte le mie amicizie e gli svaghi chiudendomi ora nella totale apatia e inattività, provando rifiuto per tutto quello che riguarda il mio stato emotivo e le prospettive per un futuro positivo. Desidero ardentemente le cose vadano male. Odio la felicità e la frustrazione mi porta ad odiare tutti coloro che sono liberi di affermare la loro volonta, cosa che io non posso e non voglio fare. Ma perchè? Sono un omosessuale latente? Sono una persona cattiva? Sono malato? chi sono? c'è una risposta?
Gradirei un consiglio su come muovermi... grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Con lo psichiatra che l' ha seguita per l' ansia e l' ipocondria, che tipo di percorso ha fatto?
Combinato: farmacologico e psicoterapico?
Ha analizzato e risolto le cause del suo malessere?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Utente,
la cura a cui si riferisce presso lo psichiatra in cosa è consistita?
Ha assunto farmaci? Ha effettuato colloqui o una vera e propria psicoterapia?
Non ha mai pensato di richiedere di persona un altro parere ad un diverso professionista?
La sua compagna cosa ne pensa di questa situazione e della vostra relazione?


Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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