Famiglia

Salve a tutti, mi sono appena iscritta e sono abbastanza disperata. Sto passando un periodo molto ma molto difficile, dal quale non riesco più a venirne fuori, nonostante i miei vari sforzi.
Cerco di riassumere la mia situazione. Ho 25 anni, mi manca un solo esame alla laurea ( che mi trascino da molto tempo, perché ho avuto parecchi problemi con il professore) e faccio parte di una famiglia molto unita, ma che odio; non mi trovo bene con loro, mi sento una marziana e,ad esempio, spesso e volentieri mi alzo subito da tavola, lasciando parlare i miei con mio fratello. La situazione universitaria mi ha creato molti problemi,soprattutto a livello psicologico. Provo molta vergogna di me stessa, vivo con una grande angoscia e una grande noia, a volte mi sembra di impazzire o peggio di soffocare e sono convinta che i miei adorano mio fratello, ma io non sono gelosa di lui. Il mio vero problema sono i miei, le loro battute con mio fratello sul fatto che sono fuoricorso, il loro comportamento. Stanotte li ho sentiti mentre lo stavano facendo e mi è venuta una rabbia incredibile, ho provato così tanto schifo...è da un bel pò che soffro di insonnia e di attacchi di panico. Ho provato a parlarne con mia madre ma non ho avuto alcun risultato positivo, perché mia madre reagisce insultandomi e facendo le sue solite battutine. Per un periodo sono andata da una psicoterapeuta e devo dire che sono stata bene ( nessuno sapeva nulla !), ma ho dovuto lasciar peredere per mancanza di soldi. E adesso sto più male di prima.
Oggi ho saltato il pranzo, ho mandato a quel paese i miei e ho reagito urlando e lanciando tutto per aria.
Mio padre è venuto 4 volte in camera mia, ma mi faceva schifo guardarlo in faccia. Mia madre non ha voluto sapere niente, ma meglio così. Non so più cosa devo fare, se non pensare a cose brutte.

PS Non ho mai attraversato un periodo così brutto nella mia vita, intendo con un'angoscia del genere, con delle ossessioni, delle fobie ( del tipo incontrare qualcuno che conosco per strada)...ho sempre condotto una vita tranquilla e molto attiva, ho avuto esperienze belle e brutte sia a livello sentimentale che a livello sociale, come tutti quanti del resto, ma ho sempre e dico sempre avuto un rapporto molto conflittuale con i miei.
Grazie.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

sarebbe opportuno riprendere la psicoterapia che ha precedentemente interrotto. Mi sembra di comprendere che le sue difficoltà sono pervasive e riguardano diversi aspetti della sua vita come ad es. le difficoltà nelle relazioni interpersonali, oltre agli stati ansiosi.

Se la questione è economica può rivolgersi al servizio pubblico.
Quante sedute ha fatto con la Collega?
Che diagnosi è stata fatta?
Che tipo di trattamento avete iniziato?



Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2015
Ex utente
Il servizio pubblico purtroppo nel mia cittadina non è buono e per niente affidabile.
La mia psicoterapeuta mi ha seguito per circa 6 mesi e all'inizio mi riceveva 2 volte a settimana, in seguito 1 volta a settimana.
All'epoca avevo appena rotto con il mio ex ( tipo un pò violento), avevo l'ansia per l'università, ero in conflitto con i miei ma di certo non ero ancora come sono adesso, di conseguenza la dottoressa ha rivelato semplicemente dell'ansia e ha iniziato a farmi vedere le cose da un'altra ottica. Sono stata abbastanza bene in quel periodo, ma purtroppo non è servito molto visto lo stato in cui sono adesso.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

dice di far parte di una famiglia molto unita, ma poi, da quello che scrive, sembra quasi che lei si senta esclusa da questa "unione"; come se l'unione di cui parla riguardasse solo i suoi genitori e suo fratello.
E' così che si sente?
E' questo che intende quando dice che si sente una marziana?

Secondo lei la ragione è che si sente diversa da loro o ritiene che siano loro ad emarginarla?

Nel servizio pubblico si possono anche trovare professionisti preparati che sapranno accogliere il suo disagio.
Come mai afferma che non sia buono e affidabile? Ha già avuto modo di contattare un servizio di psicologia?

Può provare anche a mettersi in contatto con un consultorio convenzionato:

http://www.comuni-italiani.it/067/consultori.html

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#4]
dopo
Attivo dal 2013 al 2015
Ex utente
Sono io ad emarginarmi, perché non mi trovo in sintonia con loro. Ho ricevuto amore, ma anche tanti dolori che mi hanno piano piano segnata. Spesso ho lanciato dei segnali ( oggi non ho pranzato, ho scaraventato gli appunti per terra, ho urlato e ho risposto arrabbiata) ma è come se non ci fosse nulla di preoccupante. La colpa è sempre e solo la mia. Ormai è difficile recuperare il rapporto !
L'altra sera, visto lo stato d'animo che avevo, mio padre mi ha invitata ad uscire con lui...ci siamo presi un gelato, abbiamo fatto una passeggiata, ma non mi ha mai parlato o detto qualcosa sulla questione università, d'altro canto io mi sento molto impacciata. Mia madre mi insulta e basta, sottolineandomi sempre che il problema sono io.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

perché si sarebbe aspettata che suo padre le parlasse dell'università?

A me sembra che abbia fatto la cosa che andava fatta in quel momento; ha cercato di farle sentire che le era vicino, a suo modo, nel modo che conosce.
Come lei si sente impacciata, deve mettere in conto che anche gli altri si sentono in una qualche maniera.

Non possiamo sapere come si senta suo padre; forse parlarle apertamente del problema dell'università lo mette a disagio; o forse teme di darle una maggiore sofferenza o forse, semplicemente, non voleva buttare benzina sul fuoco in quel particolare momento.

Può darsi che i suoi non si comportino esattamente come lei vorrebbe ma non sembra, da ciò che scrive, che non le vogliano bene.
Se per lei è importante condividere il suo problema universitario, forse dovrebbe cercare di vincere le sue resistenze e parlare apertamente con i suoi.
Sembra che il rapporto con suo padre sia meno conflittuale di quello con sua madre; potrebbe, magari, cominciare a condividere il suo malessere con lui.
Che ne pensa?
Potrebbe essere un primo passo per cercare un riavvicinamento che, da una parte, sembra temere e, dall'altra, desiderare.

Se ci sono dei dolori, come del resto nella vita di tutti, sarebbe bene comprendere quale sia l'entità di questi dolori e, eventualmente, affrontarli di persona con un collega; purtroppo da qui non sarebbe possibile darle l'ascolto che merita.

Un caro saluto
[#6]
dopo
Attivo dal 2013 al 2015
Ex utente
Io non so più niente, qualunque cosa mi venga fatta non mi va bene e piango molto spesso. Delle volte vorrei stare in silenzio, delle volte voglio stare qualcuni, però poi penso che gli altri possano fare del male e portarmi dolore e quindi indietrggio.
Sto pensando di andare via per un pò, anche se i problemi verranno via con me, perché il problema sono io.
Grazie per lesue risposte dottore.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

<<però poi penso che gli altri possano fare del male e portarmi dolore>>

come mai ha questo grande timore?
E' successo qualcosa di particolare che le fa temere gli altri?

Come sono i rapporti con i suoi coetanei?

Un caro saluto
[#8]
dopo
Attivo dal 2013 al 2015
Ex utente
Con i miei coetanei non ho praticamente rapporti, o meglio parlo con tutti ma non mi confido con nessuno. L'unica amica (o quasi) ha una quarantina d'anni, con lei mi sento molto in sintonia e mi ritrovo molto con le sue problematiche.
Sono stata sempre ferita dalle ragazze della mia età e con il tempo, specialmente all'università, ho capito che le compagne sfruttano solamente e non guardano in faccia a nessuno, in particolare se ci sono gli interessi di mezzo ( = finire prima, prendere voti più alti, arrivare al proprio obiettivo calpestando e scavalcando gli altri) ...ed ecco che ho avuto un impatto traumatico con l'università, cosa che non mi è successa alle superiori o alle medie.
Con il tempo ho imparato a farmi scivolare tante cose..ognuno è fatto a mado suo e l'importante è sapere come è fatto...
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile ragazza
probabilmente le risponderà ancora il Dr. Callina che, con grande capacità di accoglimento del suo problema le sta fornendo strumenti importanti per gestirlo al meglio.
Mi inserisco un attimo per apportare un ulteriore contributo che spero la aiuti a mettere a fuoco, aggiungendo un ulteriore tassello.
La famiglia, secondo la Terapia Sistemica e Relazionale, è il luogo dove si sviluppa la massa indifferenziata della struttura familiare. E' all'interno di questo sistema che ognuno cerca di svincolarsi da dinamiche interne e di costruirsi la propria identità, mentre le tensioni si trasformano in alleanze e rifiuti, e generano spesso legami troppo forti che condizionano la vita.
Lei ci racconta che sta cercando la sua strada in mezzo a tutte queste dinamiche, ma il viaggio è in salita e troppo complicato, come le hanno detto anche i colleghi, perché possa farlo tutto da sola, per questo è utile che si faccia aiutare, soprattutto alla luce del fatto che quando si recava in psicoterapia stava meglio.
Si informi, cerchi, eventualmente vada in un luogo vicino alla sua città, vedrà che troverà ciò che cerca.
Cordialità

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

<<parlo con tutti ma non mi confido con nessuno>>

anche in questo caso sembra essere lei a "volersi" emarginare; non credo sia una scelta del tutto consapevole e volontaria; il risultato, però, è che lei si sente probabilmente una marziana non solo in famiglia.

Quando dice che ha un'amica (o quasi), cosa intende esattamente?
Riesce almeno con lei ad aprirsi? A parlare di come si sente?

Dice di avere avuto esperienze belle e brutte anche a livello sentimentale, ma non ci dice nulla al riguardo.
Com'è stata e com'è oggi la sua vita sentimentale?

Un caro saluto
[#11]
dopo
Attivo dal 2013 al 2015
Ex utente
Sì, con lei riesco ad aprirmi.
Attualmente non ho un partner, anzi non ce l'ho da molto tempo ! Ho sofferto veramente tanto perun tipo violento, che aveva molti problemi, dal quale sono riuscita fortunatamente ad allontanarmi!Anche qui ho fatto tutto da sola e ho lasciato fuori la mia famiglia. Mia madre non è molto comprensiva, non è di paroli dolci, per lei non esistono momenti di sconforto, per lei non dovrei lamentarmi,piangermi addosso ecc ecc...lei insulta, sgrida e basta, insomma ha dei modi molto bruschi.
L'altra batosta l'ho ricevuta dal mio migliore amico...non ci siamo ritrovati con i tempi e quando lui era innamorato di me io non lo ero...ora è fidanzato da molto tempo, ha una sua vita e abita fuori.
Per me è stato un punto di riferimento fondamentale, mi ha ispirato,mi caricava mentalmente...per me è stato tutto; se tornassi indietro rifarei tutto, con lui avevo una grande sintonia. Ora c'è molto imbarazzo e simao entrambi prevenuti l'un con l'altro, quelle poche volte che ci sentiamo o discutiamo o iniziamo dei discorsi che mai finiamo: non riusciamo più a comunicare. Mi manca veramente tanto.
[#12]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

a me sembra davvero che lei stia facendo molta fatica e comprendo quindi la sua sofferenza e il suo malessere, ciò che lei chiama "angoscia, ossessioni e fobie".

La strada in salita di cui parla la collega, dr.ssa Dei, potrebbe avere una pendenza meno ripida se lei trovasse la forza di farsi aiutare.

Anche a me sembra che lei stia cercando la sua strada, stia cercando di costruire una sua identità, di districarsi tra dinamiche interne ed esterne che non riesce più a gestire, di trovare il suo posto nella vita... ma è come se non conoscesse i sentieri che conducono alla meta.

Camminare per sentieri che non si conoscono può essere difficile quando si è da soli; un bravo sherpa potrebbe mostrarle la strada migliore per raggiungere la vetta ma, da qui, purtroppo, possiamo solo farle vedere delle foto, non possiamo accompagnarla in cima.

Fuor di metafora credo che abbia fatto la cosa giusta a contattarci; mi sembra un primo passo importante in cui dimostra la sua piena consapevolezza che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe.

Ora che ha fatto il primo passo, non si fermi. Cerchi lo sherpa che possa mostrarle la via, nel mondo reale, di persona.

Vedrà che con un po' di pazienza, anche presso le strutture pubbliche o i consultori, potrà trovare l'aiuto che le occorre.

Un caro saluto
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile
Concordo pienamente con il collega Dr. Callina.
Adesso ha il parere maschile e quello femminile che convergono, che vanno d'accordo, che si completano e questo speriamo che possa aiutarla nel suo percorso.
Molti auguri