Ansia dopo infortuni

Gentili dottori, ho 50 anni, sono dinamica, ho sempre amato viaggiare. Anzi, la passione per i viaggi mi ha aiutata moltissimo a superare un periodo difficile della mia vita a seguito di separazione da mio marito. Viaggiare con mio figlio, che condivide i miei interessi è stata in questi anni una grandissima gioia
L'anno scorso, in agosto, mi sono fratturata un ginocchio, e non sono ancora scomparsi del tutto nè il dolore nè una difficoltà a scendere le scale.
A Pasqua di quest'anno, pur non essendo ancora in piena forma, ho voluto fare un viaggio in Giordania con mio figlio. Sono caduta di nuovo e mi sono fratturata entrambe le caviglie.
Ho fatto accertamenti sulla fragilità ossea che non hanno dato risultati preoccupanti. Ciò nonostante, dal secondo infortunio soffro di una forma di ansia che si scatena all'idea di intraprendere altri viaggi. Non riesco a fare una cosa che ho sempre fatto con disinvoltura e tranquillità: programmare un viaggio, giore nell'aspettativa. Ora, dopo un primo fugace momento di entusiasmo (sono libera, il mondo è davanti a me, e ho un accompagnatore di eccezione per condividere l'esperienza!) vengo presa dall'ansia, anche se si tratta di un viaggio non avventuroso e privo di pericoli. E' come se mi sentissi al sicuro solo nel guscio di casa mia- anche se la prima frattura, quella più grave, me la sono procurata cadendo al mercato sotto casa. La mia estate sta passando in questo modo- concentrata sulle mie limitazioni fisiche e sul rimpianto di quello che facevo e che temo che non riuscirò più a fare ( oltre che viaggiare, camminare in alta montagna, sciare). Non so se , in questa situazione, io debba assecondare questa sensazione, stare ferma e non fare nulla fino alla completa guarigione ( che potrebbe però anche non arrivare visto chje l'infortunio sta influenzando anche la salute dell'altro ginocchio, "sovraccaricato" per un anno, e l'età è quella che è) o se io mi debba un po' sforzare, usare la razionalità contro le paure , sfruttare la "spinta" della compagnia di mio figlio - che magari fra un anno non avrà più voglia di viaggiare con la mamma ma solo con gli amici- per fare qualcosa di tranquillo, non pericoloso e non impegnativo , ma che sia comunque "Viaggio". E poi mi chiedo... cos'è quest'ansia? E' solo legata all'esperienza traumatica dell'uiltimo viaggio (fra l'altro portato a termine con doilore e difficoltà camminando per cinque giorni su due caviglie fratturate- che pensavo solo distorte, )? E' paura di non avere il controllo su tutto? E' paura di avere la conferma, se qualcosa andasse di nuovo storto, di non essere più "giovane" e in gamba come prima? E' solo voglia di lasciarmi andare doipo aver passato il tenpo a dimostrare, in questi tre anni dalla separazione, di essere forte , autonoma e indipendente? Serivrebbe un po' di psicoterapia?
Vi ringrazio molto
[#1]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

è interessante notare come i suoi infortuni abbiano in un certo senso "deciso" per lei. Se deve sentirsi di dimostrare a se stessa di essere una donna indipendente, molto probabilmente non lo è pienamente e questo la porta a doversi appoggiare a qualcuno, come sta facendo con suo figlio.

Il viaggio è sempre una forma di indipendenza, una separazione, una scoperta, proprio perché si è lontani da casa e dalla sicurezza della quotidianità.

Come mai è finita la relazione con suo marito?
Che rapporto avevate?



Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

tutte le domande che pone potrebbero portarLa fuori strada e contengono anch'esse una certa quota d'ansia.

Ha subito un trauma al ginocchio che non si è mai ripreso e questo probabilmente è stressante per una persona come Lei che è molto dinamica...

Mentre faceva ancora fatica, è caduta nuovamente procurandosi altre due fratture...

"dal secondo infortunio soffro di una forma di ansia che si scatena all'idea di intraprendere altri viaggi. Non riesco a fare una cosa che ho sempre fatto con disinvoltura e tranquillità..."

Adesso ha l'ansia legata probabilmente a tali eventi: da un primo episodio stressante che ci fa venire l'ansia, se ci spaventiamo, è possibile che parta un circolo vizioso che ci fa associare al luogo o all'evento in cui si è verificato il primo episodio d'ansia.

E' questo meccanismo che deve essere spezzato, riabituandosi a fare tutto ciò che faceva.

In genere gli step sono:

- valutazione psicologica

- eventuale psicoterapia, se prescritta.

Da qui non sappiamo dirLe se ha bisogno di una terapia, nè quale sia il significato dell'ansia che sente.
E' probabile però che sia appresa a seguito del trauma alle caviglie.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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