Collega ansioso può generare ansia?

salve,
vorrei fare una domanda riguardante una presunta difficoltà a gestire l ansia. per quasi un anno e mezzo ho avuto a che fare con un collega di lavoro estremamente ansioso ma anche pessimista, criticone, lamentoso e per cui non esistevano mezze misure di umore: o era di un allegria quasi fastidiosa o era talmente immusonito da non parlare nemmeno. non è la prima volta che mi capita di essere la discarica emotiva di qualcuno ma finora ero sempre riuscita a mantenere un certo equilibrio, non sono una che si lascia influenzare troppo facilmente e, se è il caso, non esito a mandare a quel paese l interessato. questa volta invece, complice il fatto di non aver potuto scegliere i colleghi con cui lavorare, temo di essermi fatta risucchiare da questo vortice di negatività che mi ha tolto parecchia energia e voglia di fare (tengo a specificare che purtroppo me ne sono resa conto soltanto nel momento in cui il rapporto di lavoro con questa persona si è, per fortuna, interrotto). ma la cosa peggiore è che temo di aver perso la capacità di gestire l ansia arrivando a somatizzarla a livello intestinale (non di rado ho disturbi di pancia e qualche volta ho avuto anche attacchi di diarrea) e anche le attività che un tempo mi risultavano piacevoli ora sono fonte di preoccupazione. non mi era mai successa una cosa del genere, nemmeno nei periodi più difficili e stressanti della mia vita, la mia domanda quindi è: è possibile che io mi sia lasciata influenzare così tanto da una persona con cui non avevo nemmeno un legame affettivo? persone del genere possono avere veramente così tanto potere ? per risolvere questa situazione di disagio a chi conviene che io mi rivolga?
grazie fin d ora per l attenzione e per le risposte che vorrete darmi.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
cara utente,

se lei si riconosce in questa descrizione:

"non è la prima volta che mi capita di essere la discarica emotiva di qualcuno"

è probabile che nel tempo abbia accumulato una tale quantità di "spazzatura emotiva" e di "negatività" (mi passi il termine, non proprio scientifico) da arrivare a esserne colma e a manifestare quindi delle reazioni che in precedenza non si erano mai verificate o che aveva tranquillamente represso e inibito.

se il suo ex collega è una persona particolarmente lamentosa, pessimista, instabile, è plausibile che tutto l'insieme di pensieri, pareri, considerazioni di segno negativo su ogni aspetto del lavoro (e magari non solo) che lei ha dovuto ascoltare abbia rappresentato una massa così imponente da essere difficilmente digeribile e sicuramente non evitabile.

caratteristiche come il pessimismo e la lamentosità sono particolarmente contagiose perché chi le presenta "sommerge" le altre persone di messaggi negativi facendo vedere loro il peggio di ogni situazione, con il risultato di modificarne la percezione della realtà.
questo non vale solo per le persone particolarmente influenzabili, ma anche per chi nasconde dentro di sé aspetti ansiosi/depressivi che non sono ancora emersi e per chi, come lei, ha assorbito nel tempo troppe emozioni negative altrui, illudendosi di essere capace di metabolizzarle e smaltirle o di ignorarle all'infinito, senza mai esserne travolta.

di conseguenza se il suo collega ha inciso così significativamente sulla sua serenità (seppur involontariamente) e lei oggi si sente meno tranquilla, meno sicura e più stressata può parlarne di persona con un mio collega psicologo per far valutare la situazione e decidere cosa potrebbe esserle d'aiuto.
potrebbero servirle una serie di colloqui di consulenza/sostegno e/o l'utilizzo di tecniche di rilassamento come il traning autogeno, che le permetterebbero di recuperare la calma e la stabilità grazie alla ripetizione degli esercizi.

le faccio tanti auguri,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio tanto per la risposta, credo che sia proprio come dice lei, cioè che la massa di negatività sia stata così grande da essere difficilmente smaltibile, soprattutto se sommata a quelle del passato non ancora o non del tutto smaltite. Questo mi rincuora se non altro perchè, dalla sua risposta, mi sembra di capire che non sia una cosa troppo difficile da risolvere. Nel caso in cui sentissi la necessità di parlarne con uno psicologo a chi mi dovrei rivolgere? Mi spiego: ci sono così tante specializzazioni nell'ambito della psicologia che non saprei su quale orientarmi.

La ringrazio ancora tantissimo per la sua disponibilità.
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