Istinti suicidi

Buonasera Dottori, sono una ragazza di venti anni, iscritta al primo anno di Università. Soffro di depressione e ansia (attacchi di panico e disturbo ossessivo compulsivo) da ormai quasi cinque anni. Sono in cura presso uno psichiatra e da una psicoterapeuta da tre anni, assumendo da questo periodo una compressa da 50 mg di Zoloft al giorno. La situazione è nettamente migliorata rispetto ad anni fa ma, quando tutto sembrava andare per il meglio, dopo essermi trasferita in una nuova città per continuare gli studi e aver affrontato i primi esami, tutto è andato a rotoli. Durante il periodo natalizio infatti, a causa di problemi legati al ciclo mestruale, sono stata costretta ad assumere una pillola contraccettiva che ha portato a galla una forte depressione. Tristezza, ansia, mancanza di forza fisica e mentale. Ora, sotto consiglio della ginecologa, ho fermato l'assunzione. Non essendo stata capace di studiare nell'ultimo mese, ora non riesco più a recuperare per l'imminente sessione. Sono perseguitata giorno e notte da pensieri suicidi e, solo nell'immaginare di compiere il gesto, come accaduto già in passato, mi rasserena. Mi sento una buona a nulla e di aver deluso la mia famiglia e sopratutto me stessa. La psicoterapeuta ha parlato di "autosabotaggio" del mio cervello, io ho già scritto una lettera d'addio. Cosa posso fare per migliorare la mia situazione?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

è molto doloroso il messaggio che Lei ci invia.

Ma come ritenere che noi - online - siamo più "potenti" di chi La conosce e La segue di persona
sia attraverso la psicoterapia
sia con i farmaci?

Si affidi con fiducia ai professionisti che La conoscono,
sviluppi con essi l'alleanza terapeutica.

Ce la può fare.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
grazie per la risposta tempestiva. Purtroppo la psicoterapeuta, che negli anni mi ha aiutata a risolvere numerosi problemi, attualmente sembra non capire la questione di fondo, mentre gli impulsi si fanno sempre più vividi. Attualmente non credo che lo psichiatra sia disposto ad anticipare la visita (ho avuto esperienze in passato) visto che riceve in ospedale. L'altra ipotesi che permette di alleviare il mio dolore è quella di lasciare, anche solo temporaneamente l'università. Allo stesso tempo però, la mente mi dice che non avrò mai la carriera che ho sempre desiderato. Sono persa nei miei labirinti mentali.
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