Paura, ansia, sensazione di vuoto, disperazione al risveglio

Fin'ora, nella mia vita (ho 27 anni), ho quasi sempre avuto storie a distanza. Da 4 mesi frequento un uomo più grande di me (44 anni) del quale mi sono innamorata per diversi motivi, ma indiscutibilmente anche per la sua collocazione geografica (non è distante, finalmente!).
Purtroppo, da quando mi sono resa conto di essere innamorata di lui (l'ho capito a metà novembre), ho iniziato a provare un malessere tremendo, un malessere che descrivo come un "vuoto" nel petto che mi attanaglia specialmente al risveglio. Ho iniziato ad avere paura di perderlo, a sentirlo distante, ad avere costante bisogno di rassicurazioni... Il suo carattere indipendente e più "adulto" del mio, poi, non mi ha di certo aiutata. Io lo tocco di continuo, lo bacio, lo vorrei vedere il più possibile, vorrei dirgli che lo amo in ogni momento, insomma sono un pochino "adolescente" nel mio modo di esprimere i sentimenti. Lui, al contrario, è di poche parole, non mi dice mai che mi ama, però sostiene di dimostrarmi il suo amore in altri modi più concreti, e certamente non posso dire che non sia così.
Questa consapevolezza però non è sufficiente a calmare il mio malessere. Sento una disperazione incredibile dentro, ho crisi di pianto, mi sento sola, solissima, al punto che mi aggrappo con tutte le mie forze alle mie amiche, a mia madre, cerco di non restare mai da sola, oppure fumo sigarette (non sono fumatrice) solo per distrarmi ed evadere dalla disperazione che sento... So che il problema non è il mio uomo, sono io che da quando mi sono innamorata ho iniziato a proiettare su di lui tutte le mie incertezze, tutta la mia disperazione.
Il fatto che io mi ritrovi qui a scrivere non è un caso: quando non posso essere rassicurata da mia mamma o dalle amiche, mi metto a cercare rassicurazioni sul web, cerco di capire come risolvere questa ansia, cerco testimonianze di altre persone, leggo articoli di psicologia che parlano di paura della perdita, di ansia nelle relazioni amorose, e cose così...
Talvolta ho la sensazione di essermi smarrita completamente, di non fare più niente per me perchè non ne ho la forza, non ho interesse nel farlo... divento un tutt'uno con il mio senso di vuoto, e utilizzo qualsiasi cosa per "riempirlo".
Quando sono insieme a lui, invece, sul divano, abbracciati, e vedo nei suoi occhi che mi vuole bene, e magari mi dice qualche parola carina, tutto si risolve, il nodo in gola svanisce e finalmente non ho bisogno di nulla per "riempire", perchè il mio bisogno di essere amata viene appagato... Quando non ci vediamo, invece, il suo essere poco comunicativo e poco espansivo con le parole mi pesa moltissimo, perchè io forse avrei bisogno di messaggi romantici e di essere sommersa di parole dolci in ogni istante, ma so che questa cosa non è "sana", che quel che conta in amore sono i gesti e non le parole, quindi sto cercando disperatamente di abituarmi e di farmi bastare i giorni che stiamo insieme...

Spero di essere riuscita a spiegarmi, grazie infinitamente
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Ti sei spiegata anche troppo bene e la prima cosa che viene spontaneo dirti è: occhio a non perdere il lume della ragione.

È una battuta, ma neanche troppo. Film, romanzi e libri sentimentali vorrebbero farci credere che le passioni travolgenti sono l'unica cosa per la quale valga la pena vivere, ma non è così.

Maturare significa ad abbassare di qualche tacca il volume delle emozioni e dei sentimenti, quando necessario.

>>> da quando mi sono resa conto di essere innamorata di lui (l'ho capito a metà novembre), ho iniziato a provare un malessere tremendo
>>>

Possibilissimo, perché l'amore fa venire a galla i nostri lati più vulnerabili.

E proprio per questo è un'occasione senza precedenti per prenderne atto e per migliorarsi.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la risposta.

Il fatto è che non so come si faccia ad "abbassare il volume delle emozioni", a livello proprio pratico, non so come fare.
Mi sto ovviamente astenendo dal lamentarmi di continuo con lui, non gli scrivo sdolcinerie pazzesche aspettandomi risposte di pari intensità e, come ho scritto al fondo del mio messaggio, sto cercando di concentrarmi su ciò che ci diciamo/facciamo quando siamo insieme, dando meno peso a eventuali messaggi/telefonate che ci scambiamo quando non ci vediamo (perchè ho capito fin troppo bene che se mi affido a queste cose per "misurare il suo amore", finisco per restare delusa e soffrire ogni volta).

Tutto questo però concerne il mio modo di approcciare/parlare con lui.
Il mio malessere, però, quando sono da sola, in ogni momento, rimane. Ho ansia, piango, controllo il telefono, mi faccio film mentali disastrosi. Ho bisogno di capire che cosa fare, non faccio che cercare consigli sul web per sopravvivere nei momenti di "solitudine". Sono costantemente accompagnata da una certa malinconia di fondo, come se non fossi mai del tutto serena, mai del tutto felice... solo insieme a lui lo sono, o solo quando ci siamo sentiti per via telematica e la comunicazione "è andata bene".

E poi mi domando sempre: ma perchè devo "controllarmi"? Che male c'è a provare sentimenti così forti e belli? Perchè devo aver paura che sia "troppo", l'amore è una bella cosa... perchè può essere "troppo"?

Grazie infinite
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Partiamo dalla fine:

>>> E poi mi domando sempre: ma perchè devo "controllarmi"? Che male c'è a provare sentimenti così forti e belli? Perchè devo aver paura che sia "troppo", l'amore è una bella cosa... perchè può essere "troppo"?
>>>

Beh, il masochismo non è proibito per legge. Lo dico con la massima serietà di cui sono capace: quando ci si innamora di sensazioni che ci fanno male, è corretto parlare di forme di perversione e le perversioni, se non fanno male ad altri, sono consentite.

>>> non so come si faccia ad "abbassare il volume delle emozioni", a livello proprio pratico, non so come fare
>>>

Per le persone molto emotive si tratta sempre di una conquista, di un percorso di apprendimento. Che può avvenire da soli, pazientemente, per prove ed errori, oppure aiutati da uno psicoterapeuta, cosa che ovviamente ti suggerisco di tener presente.

Nel frattempo puoi usare lo stratagemma di ripetere a te stessa che "tanto so già che lui non mi ama" tutte le volte che è necessario, fino a convincertene.

Non solo starai meglio, ma paradossalmente aumenterai le probabilità di condurre una relazione e una vita più serena.

E di non diventare la classica donna che per colpa delle emozioni fa precipitare tutto quanto e finisce per allontanare l'altro.

Un'ultima cosa: tieni presente che è molto difficile che un uomo di quell'età perda la testa nello stesso senso in cui l'hai persa tu. Età ed esperienza, naturalmente, insegnano ad abbassare il volume.
[#4]
dopo
Utente
Utente
>>>Nel frattempo puoi usare lo stratagemma di ripetere a te stessa che "tanto so già che lui non mi ama" tutte le volte che è necessario, fino a convincertene.

Non solo starai meglio, ma paradossalmente aumenterai le probabilità di condurre una relazione e una vita più serena.
>>>
C'è del sarcasmo in questo consiglio? Non è così semplice capirsi per iscritto.
Supponendo che non ce ne fosse, mi chiedo: in che modo potrebbe mai essere utile una cosa così?? Pensare "non mi ama" è esattamente il tipo di pensiero negativo con cui spesso ci si ossessiona inutilmente, o peggio, ingiustificatamente! E ad essere onesti si sta solo male nel ripetersi questa cosa, non penso che se ne trarrebbe alcun giovamento nè nella vita del singolo nè nella vita di coppia!

>>>E di non diventare la classica donna che per colpa delle emozioni fa precipitare tutto quanto e finisce per allontanare l'altro.
>>>
Questo è certamente quello che voglio evitare. Non voglio seguire i miei pensieri negativi, lui non fa che ripetermi "fidati di me", nonostante sia spesso difficile per via di certi suoi comportamenti, certi litigi, e quant'altro... Però vorrei riuscirci, non ha senso stare con una persona della quale si dubita ogni secondo.


Sto già andando da una psicologa da qualche mese, con la quale però il percorso è ovviamente lungo e articolato. Per questo scrivo anche qui, per avere qualche dritta nel frattempo che lavoro su me stessa concretamente in terapia.

Grazie moltissime
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> C'è del sarcasmo in questo consiglio?
>>>

No, assolutamente.

La differenza, fondamentale, rispetto a ciò che ti succede ora è che tale pensiero lo subisci. Viene quando vuole e tu ne sei vittima, non ne hai alcun controllo.

Invece, andandotelo a cercare volontariamente, sei tu che prendi il controllo.

La differenza è sottile ma importantissima.

Sappiamo anche troppo bene che online è facile fraintendersi, e ancor più difficile è far capire l'utilità di un "consiglio". Quindi non mi aspetto che questo ti risolverà il problema, perché tenderai a scontarlo: "Ah, certo, come può una cosa così banale datami online essere efficace?"

Quindi il suggerimento più importante è il rimando alla psicologa che già stai vedendo e al lavoro che state facendo in quella sede.

Saluti
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