Non riesco a riprendermi

Gentili dottori buongiorno, scrivo nuovamente per avere una risposta perché sto impazzendo.
Giorno 31 luglio ho perso la mia mamma, lei per me me era tutto insomma la mia vita e la sua erano una cosa sola, mi manca tantissimo, anche se ho 37 anni io ancora dormivo con lei, adesso mi ritrovo in una solitudine e una paura che nessuno può immaginare.
Anche per un raffreddore ho voglia di averla accanto a me, ho paura di stare da solo, ho pensato di suicidarmi ma al momento non posso permettermi un funerale, mi è rimasto mio padre ma adesso ho paura che anche lui mi lasci, quindi il suicidio per me è l unica soluzione.
Vivere così non mi piace e straziante.
Giorno o notte vado al cimitero, non voglio più vivere, mio padre mi ha portato da uno pschiatria, dove mi ha prescritto dei farmaci che ho iniziato da 2 settimane, in seguito a un tentato avvelenamento, sono seguito da una pscoterapeuta ma niente, prima la mia vita era normale adesso è un incubo, sono sempre solo non amici avevo solo la mia mamma.
Vi prego rispondetemi
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

Già nei precedenti consulti sull'argomento Le dicevamo che un lutto così importante ha bisogno di tempo e di elaborazione, soprattutto se il Suo legame verso di lei era del tipo che Lei descrive.
Però ormai sono trascorsi 7 mesi.

L'assunzione dei farmaci La aiuterà, ma si attenda gli effetti non prima di 3 settimane. Li assuma con regolarità, e periodicamente proponga allo Psichiatra una rivalutazione della terapia sulla base degli esiti.

Chieda esplicitamente aiuto al Suo Psicoterapeuta, egli La conosce di persona.
Eppure nemmeno lui ha il potere di fare miracoli; è dall'alleanza terapeutica tra Voi che può scaturire il miglioramento, una situazione in cui ognuno di Voi fa la propria parte.
E dunque Le si chiede di lavorare su di sè con il maggiore impegno che 'oggi' Le è possibile.

Certamente la Sua vita non sarà mai più la stessa dopo la dipartita di Sua madre, è un dato di fatto.
Si tratta dunque di inventarsi una nuova vita, da orfano.
Prenderne atto dolorosamente e luttuosamente rappresenta un passo essenziale per lavorare in modo proficuo sull'adattamento alla nuova condizione.


Auspico che Lei voglia ricevere e interpretare questa risposta come uno stimolo per rialzarsi, come è (stato) nelle nostre intenzioni ogni qualvolta Le rispondiamo. Lei ha dentro di sè più forza di quanto crede, e Sua madre - se fosse in grado di vederLa - Le direbbe di utilizzarla al meglio, che ne sarebbe più che contenta. Certamente non si sentirebbe tradite, se Lei ricominciasse a vivere.

Un saluto caro.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/