Prostatite acuta

Un mese fa ca. ho cominciato ad avvertire disturbi urinari che per i primi 4/5 gg consistevano unicamente in tenesmo vescicale, particolarmente al mattino. Avvertivo anche un leggerissimo fastidio in zona anale, che attribuivo a lievi fenomeni emorroidari (avendo avuto anche qualche piccola perdita ematica nei giorni precedenti). Dopo questi primi 4 - 5 gg, è comparso anche del bruciore dopo la minzione lungo il pene (internamente), in particolare verso la base e bruciore/parestesia nell'area del prepuzio. Dopo 2/3 gg in queste condizioni, a seguito di un rapporto, questo dolore dopo l'eiaculazione si è fatto piuttosto importante al che mi sono rivolto al mio medico curante che mi ha prescritto Ciprofloxacina 500 mg bid per tre gg, supponendo una cistite/uretrite. In corso di terapia antibiotica si è subito ridotto tenesmo e bruciore uretrale ma è comparsa una sintomatologia di peso, tensione e leggero dolore in area perineale di cui ho prontamente informato il medico, che mi ha prescritto emocromo completo + formula leucocitaria (risultato: tutti i valori nella norma), PSA (risultato 0,37 mcg/L), esame urine (nella norma con pH 5,5 al limite) ed urinocultura (effettuata al terzo giorno di terapia antibiotica e risultata negativa). La sintomatologia ha cominciato a migliorare lentamente e progressivamente ma non è scomparsa. Pertanto ho rieffettuato urinocultura 10 gg dopo il primo esame con risultato sempre negativo ma questa volta con specifica num. germi/ml <1000 e quindi effettuato pochi giorni dopo visita urologica, da cui, dal decorso clinico (nonostante gli esami negativi) e senza ispezione rettale (per non rischiare diffusione dell'infezione) mi è stata diagnosticata una prostatite acuta in risoluzione e prescritta la seguente terapia preventiva delle recidive: nitrofurantoina macrocristalli 100 mg uid la sera x 2 mesi. All'urologo ho anche riferito che nel periodo descritto non ho mai avuto febbre, né particolare malessere generale se non lieve e transitorio; in alcuni giorni ho visto ridursi leggermente la pressione della minzione (condizione risolta) e più marcatamente dell'eiaculazione (ancora presente). Premesso questo chiedo:
- continuando ad avvertire sintomatologia (leggermente aumentata rispetto ai giorni scorsi), di tenesmo vescicale e leggera tensione/peso perineale dopo 3gg di terapia antibiotica si può considerare risolta la fase acuta dell'infezione?
- e alla luce di questo, avendo letto che la nitrofurantoina non diffonde bene nel tessuto prostatico, è corretto continuare questo farmaco o sarebbe meglio valutare meglio se la fase acuta è terminata?
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 18
Gentile Signore,
la vera prostatite acuta è accompagnata da disturbi molto accentuati e, soprattutto, febbre anche molto elevata. Tutto il resto viene considerato eventualmente come una manifestazione sub-acuta, d'ogni modo l'origine infettiva può essere solo definita in base ad accertamenti batteriologici sulle urine od il liquido seminale. La prescrizione di antibiotici a lungo termine è uno dei possibili provvedimenti, ma moltissimo valgono anche i consigli sullo stile di vita che il nostro Collega le ha certamente impartito. Le diremmo di proseguire la terapia prescritta e valutare l'evoluzione, eventualmente eseguendo una urocoltura ed una spermiocoltura tra alcune settimane.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dottore per la pronta risposta. Per motivi di spazio non ho indicato che l'urologo vuole rivedermi dopo 3 mesi dalla prima visita a terapia antibiotica conclusa e con i nuovi esami di urine e urocultura (non spermiocultura). Prendo buono il suo consiglio di anticipare gli esami (anche se ancora in corso di terapia antibiotica) in caso di persistenza dei sintomi nelle prossime settimane.
Non ho ricevuto particolari indicazioni sullo stile di vita, anche se ne ho trovate in abbondanza sul web; tuttavia se volesse qui ripeterle mi farebbe una cortesia. In particolare mi sembra controversa l'opinione sullo sport; io pratico ancora attività agonistica abbastanza pesante (non bicicletta comunque) e non mi è del tutto chiaro se sia favorevole o controproducente.
Un'ultima domanda: una visita proctologica in corso di una patologia della prostata pone qualche rischio? Avrei lo scrupolo di verificare se alcuni dei fastidi che sento non siano acuiti o addirittura dovuti unicamente a qualche problematica emorroidaria o simili. La ringrazio.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 18
Gentile Signore,
se vi sono dubbi di un problema ano-rettale, una visita proctologica è più che auspicabile, poiché talora si viene a scoprire che la,prostata non è poi così colpevole come si pensa. A parte il ciclismo, per ovvi motivi e solo nelle fasi più acute, diremmo non vi siano controindicazioni a qualsiasi attività fisica condotta con un minimo di ragionevolezza. Per il resto, considerato invece il fatto che lei ci parla di una attività agonistica, le raccomandiamo di non rischiare mai la disidratazione, anche relativa, Dopo uno sforzo che abbia comportato una abbondante sudorazione deve assumere liquidi tanto quanto basta a riprendere ad urinare non oltre le due ore. Questo può corrispondere anche a 2-3 litri d'acqua, a seconda delle attività.

Saluti
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dopo
Utente
Utente
Buonasera dottore, riscrivo dopo circa un mese proprio per evidenziare l'evoluzione della sintomatologia.
Innanzitutto desideravo ringraziarla per il consiglio sullo sport; probabilmente sono una persona tendente alla disidratazione (confermato spesso perfino dal mio oculista, credo dall'osservazione dell'uvea) ed in effetti tornare ad urinare entro le due ore dopo un allenamento non è sempre semplice... cerco quindi ora di bere sempre adeguatamente.
Segnalo anche che ho effettuato la visita proctologica, con la conferma di emorroidi di secondo grado (lieve); secondo il chirurgo la situazione non è tale da influire o produrre una sintomatologia urinaria.
Quanto alla sintomatologia, sicuramente non è scomparsa (nelle ore successive alle manovre della visita proctologica, i disturbi erano piuttosto intensi); tuttavia non saprei risponderle se va meglio o peggio, perché molto dipende dalla giornata, sia per l'assieme di sintomi sia per la loro entità. Potrei forse dirle che si è normalizzata del tutto la pressione di urina e probabilmente anche dell'eiaculazione, che si è forse ridotto il tenesmo post-minzione ma che di contro è comparsa una certa sensazione di incontinenza specialmente al risveglio.
L'unico elemento di cui sono certo, che potrà sembrarle banale ma che non avevo osservato nella prima fase di questa patologia, è che nelle giornate in cui sono costretto per lunghe ore seduto al lavoro (magari con un pantalone stretto) sto mediamente peggio che in quelle in cui posso fare delle lunghe passeggiate. Anche qui con una certa variabilità: certi giorni una lunga seduta fa peggio mentre altri la tollero (ad es. ho fatto un giro in moto per due ore, più come "esperimento clinico" che per piacere, e con mio grande stupore non avevo particolare fastidio alla fine!).
In sostanza, volevo capire se mi consiglia ancora di ripetere i test clinici indicati la volta scorsa o di attendere il mese che manca per finire la terapia con nitrofurantoina e seguire l'iter proposto dall'urologo che mi ha in cura. La ringrazio.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 18
Gentile Signore,
in linea di massima, tutti i problemi prostatici sono più comuni in chi conduce attività molto sedentarie (es. autisti). Il ristagno di sangue nel basso addome è causa di congestione, sia a livello prostatico che emorroidario. Ovviamente è necessario un minimo di predisposizione soggettiva, ma è proprio a questo livello che i disturbi emorroidari e prostatici talora si sovrappongono in modo malefico. Lei ci pare tutt'altro che sedentario, evidentemente è talmente predisposto che è sufficiente qualche ora di posizione seduta per scatenarle il disturbo. I fastidi prostatici sono poi noti per la loro imprevedibile variabilità nel tempo e per il risentire enormemente dei fattori emotivi.
Per quanto riguarda la terapia antibiotica "empirica", ovvero prescritta "alla cieca", senza precisi riscontri batteriologici, si tratta di un approccio specialistico molto diffuso, ma poco o per nulla codificato. Ovvero ognuno si regola un po' a modo suo, in base alla propria esperienza. Sta di fatto che se questa costituisse veramente "la cura" della prostatite, questa sarebbe stata da tempo debellata e non sarebbe ancora l'argomento in assoluto più trattato su questo ed altri forum di carattere medico. Segua comunque pure le indicazioni terapeutiche che le sono state impartite.

Saluti
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottore,
innanzitutto desideravo cominciare dicendo che da circa un mese e mezzo sto decisamente meglio; la sintomatologia non è scomparsa ma si è molto ridotta. In particolare, i grossi fastidi legati a lunghe ore seduto al lavoro sono praticamente spariti.
Devo dire che tutta la sintomatologia era quasi scomparsa circa 20 giorni fa, per poi riacuirsi forse a causa di qualche giorno di disordini intestinali ed ad un'intera giornata passata in moto, rimanendo comunque blanda rispetto al passato.
Ho inoltre rieffettuato tutti gli esame urine (nella norma), urinocoltura (negativa ancora una volta) e questa volta anche tampone uretrale (in sostanza negativo: sviluppo di flora polimicrobica, qualche cellula epiteliale, discreto numero di leucociti).
Ho effettuato anche la visita di controllo: l'urologo ha ritenuto la mia situazione quasi normale in base agli esami ad alcune domande sulla mia qualità di vita e sulla mia frequenza ad urinare. Mi ha sostanzialmente detto di tornare da lui in caso di evidente peggioramento.

Qui sorgono i miei dubbi e le mie perplessità:
- la prostata non è mai stata palpata direttamente, non ho effettuato esami come ecografia, spermiocoltura, esame del liquido prostatico. Ciò che ho fatto è sufficiente ad aver inquadrato il mio quadro clinico? Penso in particolar modo al fatto che mi è capitato di avere occasionalmente qualche piccola perdita uretrale, credo di liquido prostatico (in situazioni normali, non di eccitazione). Il giorno del tampone uretrale sfortunatamente l'uretra era asciutta.
- secondo lei posso aspettarmi che un giorno la sintomatologia scompaia del tutto?

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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 18
Gentile Signore,
come già le abbiamo detto, è accettabile che un primo episodio di prostatite venga trattato in modo empirico, vale a dire senza eseguire accertamenti particolari. Se il primo ciclo di terapia riesce ad avere un successo, almeno parziale, non si insiste nell'eseguire particolatri accertamenti, questo è un compromesso ragionevole anche nell'ottica di un contenimento della spesa sanitaria (sarà una goccia nel mare ... ma tant'é ...). Altra cosa è il trattamento dei casi ostinati o recidivi (purtroppo non rari) nei quali insistere con prolungate terapie empiriche, segnatamente cicli ripetuti di antibiotici diversi, è inutile e spesso controproducente. Nel suo caso specifico, ci ha detto che in un primo tempo la palpazione prostatica fu evitata per non accentuare fastidi in fase acuta. Si tratta di una decisione ragionevole in codeste circostanze particolari, sta di fatto che la palpazione prostatica resta uno degli elementi di giudizio più sensibili per lo specialista, per certi sensi più ancora della stessa ecografia. Ci pare comunque che le cose stiano andando per il verso giusto. Non sarebbe onesto assicurarle che il problema sia risolto "per sempre", ma l'adozione di talune attenzioni che immaginiamo siano per lei diventate ormai abitudini di vita la aiuterà a prevenire le recidive nel modo più efficiente possibile.

Saluti
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