Klebsiella pneumoniae ssp pneumoniae

Da circa 6/8 mesi avevo delle cistiti ricorrenti ma le ho sempre un po’ trascurate , prendevo l’agumentin e mi passavano. Poi all’ennesima mi sono decisa a fare urinocoltura ed è emerso che avevo 500 mila di klebsiella pneumoniae. Ho fatto terapia antibiotica con ciproxin che era sensibile (Augmentin non lo era ) per 6 gg due volte al giorno. Dopo sono stata bene ,solo qualche fastidio che però attribuivo ad un po’ di candida che mi aveva trovato il ginecologo, però ho deciso di farw di nuovo urunocoltura. Questa volta ho avuto il risultato di Klebsiella pneumoniae ssp pneumoniae con una. Concentrazione raddoppiata quindi di un milione. Infatti dopo le analisi ho avuto una crisi di cistite fortissima con febbre e dolori veramente forti. Essendo il
Primo maggio ho chiamato un medico amico di famiglia (però medico del lavoro , no. Specializzato in urologia) che mi ha consigliato di fare terapia iniettiva con MAXIPIME 1000 per almeno 5/7 giorno ogni 12 ore. Dall’antibiogramma risultava infatti sensibile alla Cefepima. Sono in attesa di visita dall’urologo fissata per ven prossimo ma cosa devo fare con questa terapia ? Ho letto il foglio illustrativo e tra gli effetti collaterali ci sono flebiti etc sono un po’ preoccupata. Del resto ho paura ad interromperla di vanificare quello fatto fino ora è di rendere il batterio ancora più resistente. Cosa devo fare ? Grazie mille per l’aiuto
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Trattare ripetutamente le cistiti recidivanti con un antibiotico. in genere sempre lo stesso, è una pessima abitudine, destinata da una parte a controllare temporaneamente i disturbi urinari, ma purtroppo parallelamente ad indurre resistenza batterica e gravi squilibri nella flora microbica intestinae (microbiota). Anche questa Klebsiella che è stata ora riscontrata non può infatti derivare che dal suo intestino, di cui lei non ci riferisce la funzionalità, ma che possiamo immaginare non perfetta. In sintesi ora le consiglieremmo di completare la terapia antibiotica in atto e ripetere l'urocoltura dopo un paio di settimane. Nel frattempo dovrà abituarsi ad una idratazione molto abbondante. Inoltre, sarà opportuno valutare la situazione intestinale anche dal punto di vista specialistico gastro-enterologico e nutrizionale, poiché qui sta quasi sempre la chiave per controllare le recidive. La vescica rischia di essere unicamente la vittima innocente di cause che traggono altrove la loro origine.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it