Infezione prostatica recidiva

Gentili Dottori,
sono un ragazzo di 21 anni.
Quasi 2 anni fa mi è satto diagnosticato un infezione alla prostata da Mycoplasma Hominis e Escherichia Coli rilevata grazie al test di Stamey (esame culturale delle urine diviso in primo, secondo e terzo mitto e tampone uretrale dopo massaggio prostatico).

Nei mesi mi sono stati prescritti diversi antibiotici:
Levoxacin 500 per 6 gg e Azitrocin 500 da prendere al settimo giorno, terapia ripetuta per 2 cicli per un totale di 14 giorni, Miraclin 100 per 7gg e per ultimo Bassado 100 per 10gg.
solo con la prima terapia sono riuscito a debellare l infezione, anche se nel giro di 2 mesi e ritornata e da allora tutti gli altri antibiotici non sono serviti a nulla, anche se i batteri dall'antibiogramma risultavano molto sensibili agli antibiotici.
Al momento il mio ultimo antibiogramma presenta molte resistenze, anche se continuano ad esserci delle sensibilità.
Cosa mi consigliate di fare?

è possibile che questa infezione sia causata dall intestino?
(visto che non ho avuto nessun rapporto sessuale e l infezione si presenta sempre con l Escherichia Coli?)
oppure che abbia preso questi antibiotici per un numero di giorni insufficenti?


Eventualmente sono disponibile anche per un Consulto Telematico (retribuito ovviamente) qualora voleste approfondire il mio caso o aveste dei suggerimenti Importanti da darmi.

Ringrazio Anticipatamente per l interessamento.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.5k 1.7k 18
Noi siamo sostanzialmente contrari al consulto telematico con un paziente che non abbiamo avuto modo di valutare direttamente almeno una volta.
Nella nostra esperienza questa continua presenza di batteri a livello uro-genitale è costantemente legata ad un profondo squilibrio dela flora batterica intestinale (microbiòta). Questo è quasi sempre legato ad una funzione intestinale discutibile per vari motivi, tra i quali molto importanti sono le intolleranze alimentari. Noi siamo sostanzialmente contrari alle terapie antibiotiche energiche e protratte, che con il miraggio di una negativizzazione delle colture (spesso del tutto transitoria) altro non fanno che devastare ulteriormente il già vacillante microbiòta intestinale. Riteniamo pertanto indispensabile che la situazione sia seriamnete presa in carico sia dal punto di vita gastro-enterologico che (soprattutto) dietetico/nutrizionale. In assenza di altre cause predisponenti, facilmente evidenziabili, l'urologo deve forse un attimo farsi da parte, lsciando spazio decisionale ad altri specialisti.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it