Idronefrosi destra da stop litiasico uretere lombare e stenosi uretere lombare

Salve,
vorrei chiedere un parere per una mia familiare.

Donna nel 2019 all'età di 68 anni è stata sottoposta ad intervento chirurgico di nefrectomia parziale destra videolaparoscopica causa lesione espansiva solida a parziale sviluppo esofitico (29x28x27 mm) a livello del III medio-superiore del rene dx, in corrispondenza del labbro postero-mediale.

L'istologico ha dato il seguente sito:
Reperto coerente con oncocitoma.
Profilo immunoistochimico: CK7 + (focale), CD117 -, Ferro Colloidale -/+ (luminale).


Settembre 2021 causa algie sul fianco destro è stata eseguita ecografia e successivamente tac addome senza mdc che ha dato la seguente diagnosi:
Microcalcoli nel rene sinistro.
Calcolo nell'uretere lombare di destra.
Idronefrosi destra di grado moderato.
Non urolitiasi nel rene destro, nell'uretere sinistro e in
vescica.
Fegato, surreni, milza, pancreas e grossi vasi addominali nella norma.
Non adenopatia addominale e pelvica.
Fibromatosi uterina.

A seguito di questa diagnosi è stato eseguito il seguente intervento:
Pielografia retrogada destra con evidenza della litiasi descritta all'esame TC e posizionamento di tutore ureterale.
URS con litotrissia laser di formazione litiasica e posizionamento di stent RU JJ.
Decorso post-operatorio regolare.


Aprile 2022 a seguito di algie sempre sul fianco destro è stata ripetuta ecografia che ha mostrato nuovamente dilatazione del rene destro.

La tac ha mostrato:
Modesta idronefrosi a destra.
Microcalcoli nell'uretere lombare destro.
Micronodulo iperdenso a
sede capsulare nel rene destro.
Calcificazioni capsulari nel rene destro.
Microcalcolo nel rene sinistro.
Non urolitiasi renale
a destra, ureterale a sinistra e vescicale.
Fegato, surreni, milza, pancreas e grossi vasi addominali nella norma.
Non adenopatia addominale e pelvica.

A seguito di questa diagnosi è stato eseguito il seguente intervento:
Pielografia retrogada destra con evidenza di stenosi dell'uretere lombare, Ureteroscopia in sede di stenosi lo strumento non riesce a valicare la suddetta, posizionamento di stent RUJJ.


Adesso la paziente è stata dimessa con la seguente terapia:
-Cefixoral 400 mg cp: 1 cp/die per 5 giorni;
-Terapia idropinica;

Purtroppo causa covid nella struttura non è ammesso l'accesso ai familiari o parenti e riuscire a parlare con il personale medico al telefono è sempre un problema.

Ora credo che sicuramente tra un 15-20 giorni lo stent verrà rimosso però non capisco se sarà necessario un ulteriore intervento per la stenosi.


La paziente prima del 2019 non ha mai sofferto di problemi renali, la lesione solida che poi ha portato all'intervento chirurgico è stata scoperta in una classica ecografia di routine.


Grazie a tutti i dottori che vorranno rispondere al consulto.

Grazie.
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Dr. Alessandro Sciarra Urologo 575 34 7
Buongiorno,
probabilmente i successivi interventi subiti sul rene destro ed uretere destro hanno favorito la comparsa di una stenosi ureterale, cosi' anche il passaggio dei vari calcoli.
Nell'ultima procedura e' stato solamente posizionato uno stent ma non trattata la stenosi ne' il calcolo.
Lo stent dovrebbe aver fatto una strada percorribile, e adesso potrebbe esserci indicazione a riprovare a passare per via endoscopica con ureteroscopia, in caso di persistenza della stenosi dilatarla e rimuovere la formazione litiasi, lasciando nuovamente lo stent.
Altro aspetto importante vista la diagnosi iniziale di oncocitoma, controllare il nuovo nodulo solido nel rene destro con TC o RM con mdc periodiche ed in caso di aumento progressivo, valutare eventuale nuovo intervento.

Un cordiale saluto

Prof Alessandro Sciarra

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie Dr. Sciarra per la risposta.
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dopo
Utente
Utente
Purtroppo sono dinuovo qui a dover continuare il post sempre più convinto di avere a che fare con una struttura poco seria.
Metà giugno vi è stato un nuovo ricovero dove si è proceduto con la rimozione del calcolo, almeno così scrivono nelle dimissioni e posizionamento di un nuovo stent da tenere per 15 giorni. Fine giugno si è proceduto alla rimozione dello stent ma appena rimosso lo stent la paziente ha subito lamentato un leggero dolore, su insistenza della paziente si è provveduto a rifare ecografia che ha evidenziato la persistenza della dilatazione, a questo punto mentre al momento delle dimissioni la terapia era solo Cefixoral hanno aggiunto anche Tamsulosina e spasmex al bisogno con controllo ecografico da rifare dopo una settimana.
Ritornati dopo una settimana l'ecografia non ha evidenziato alcuna miglioria in merito alla dilatazione e quindi continuare Tamsulosina e ricontrollo dopo un mese circa.
Oggi è stata rifatta ecografia e la dilatazione non è migliorata di 1 millimetro(confermata idrofrenosi di III-IV grado).
Adesso hanno parlato di riprova a riposizionare un nuovo stent di diametro maggiore con la speranza che lo strumento riesca a passare.
"Derivazione urinaria destra, posizionamento stent jj destro vs nefrostomia destra".

Considerato che ad ogni visita sembra di essere lì per la prima volta mi chiedo se abbia senso continuare presso questa struttura o cercare altro magari fuori regione.