Lui vuole imporre la sua volontà di interruzione della gravidanza

Ciao a tutti, scrivo per sfogarmi di una situazione che mi sta affliggendo in modo pesante e se una persona mi potesse consigliare sarei molto grata!
20 giorni fa, dopo 24 ore di un rapporto completo ho preso la pillola del giorno dopo, ma purtroppo non ha funzionato e oggi mi trovo in attesa.

Attualmente ho una situazione complessa dal punto di vista economico, lavorativo e sentimentale.

1) dal punto di vista economico ho fatto la richiesta di un mutuo per comprare la casa, quindi tutto quello che avevo risparmiato negli anni sono investiti in questo progetto.
Pertanto oggi mi trovo da sola (perché sono straniera), con i soldi per vivere mensilmente e in attesa dell'accettazione del mutuo.

2) da punto di vista lavorativo, a luglio ho l'esame di abilitazione professionale, ma devo ancora superare l'esame per iniziare a lavorare, e cmq non sarebbe convenienti da un punto di vista economico, scrivermi all'ordine nel mese di settembre, pertanto devo aspettare fino a gennaio per lavorare sul serio e non come adesso!
3) dal punto di vista sentimentale, la relazione é ormai finita, ma ieri ho chiamato telefonicamente il mio ex per comunicarle che sono in attesa e purtroppo la sua reazione è stata molto negativa, da codardo e addirittura minacciosa, voleva imporre la sua volontà di abortire in fretta! Trattandome molto male, dicendomi che nel caso io decisi d avere il figlio non cercarlo mai più e concludendo addirittura con il giuramento "che non esisteva un minimo di possibilità che io avesse un figlio suo perché lui avrebbe fatto tutto il possibile per evitarlo"! Una conversazione molto triste avrei voluto un po' umanità da parte sua, magari avrebbe potuto motivare il perché era impossibile avere un figlio.
(A febbraio mi aveva pure chiesto di aver un figlio).

Inizialmente non volevo portare avanti la gravidanza, Adesso oltre ad non essere più sicura di abortire, sento l'istinto materno e la necessità di proteggere il "bimbo".
ma come faccio a proseguire una gravidanza in queste condizioni da sola, senza soldi e senza un aiuto da parte del padre?
Come faccio a scegliere di continuare avanti con questa gravidanza se l'unica soluzione che trovo è l'aborto, aborto che non voglio più fare! Cmq ho 33 anni, quindi la scelta di avere un figlio è molto più forte rispetto l'idea di rinviare la maternità per il futuro!
Ringrazia gentilmente per le future risposta!
Cordiali saluti
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.7k 197
Gentile utente,
mi dispiace intanto la condizione triste in cui è stato concepito su* figli*, a quel che capisco da una relazione effimera e già esaurita prima dell'ultimo rapporto sessuale.
Capisco il suo dolore e la sua preoccupazione per il futuro, tuttavia a me pare che il suo desiderio di far vivere su* figli* possa schiuderle orizzonti di serenità che lei per ora intravede soltanto.
Nella pratica professionale, ma anche nella vita di tutti i giorni, ho conosciuto donne che si sono trovate incinte senza averlo voluto e senza l'appoggio del partner, talvolta riguardo alla decisione di abortire, talvolta a quella di tenere il bambino. In alcuni casi il figlio conseguiva a relazioni transitorie, in altri a relazioni stabili e perfino a matrimoni.
La legge italiana, come sa, lascia alla madre la decisione di far nascere il bambino o no, e anche quella di abbandonarlo in ospedale dopo la nascita. La stessa legge, associata alle conquiste della scienza sull'accertamento di paternità, impone anche ai padri di provvedere ai figli.
Lei si trova davanti ad un bivio particolarmente doloroso sul piano affettivo e della sicurezza personale, perché il suo ex si è mostrato privo di umanità e addirittura violento e minaccioso verso la situazione in cui siete caduti entrambi.
A mio parere le si pongono davanti non una, ma due scelte: sopprimere la sua creatura o lasciarla nascere; e in questo secondo caso, chiedere al padre di riconoscerla e condividerne il carico economico, educativo e affettivo, oppure ignorare quest'uomo e procedere come madre single.
Questo vedo sul piano affettivo e forse di autotutela. Non posso sapere quanto violento possa diventare il suo ex; spero che lei lo conosca abbastanza per saperlo.
Sul piano economico e della gestione del bambino mi sento invece di rassicurarla. Intanto lei ci delinea una condizione che non è di povertà e nemmeno di mancanza di un futuro lavorativo. Non si rinuncia ad un figlio "per indigenza", se si è in procinto di comprarsi una casa e si sta per intraprendere una professione tra pochi mesi. Su questo bisogna essere realistici.
Come madre single lei avrà degli appoggi (per esempio l'asilo nido quasi gratis ai tre mesi dl piccolo) e tante altre possibilità: carrozzina, lettino etc. offerti da altre mamme sui social o da associazioni che tutelano la maternità; scambi di baby-sitteraggio con altre madri, single o meno, etc.
Lei scrive con molto buon senso: "Cmq ho 33 anni, quindi la scelta di avere un figlio è molto più forte rispetto l'idea di rinviare la maternità per il futuro!"
In effetti, se si vuole la maternità, troncarla non è un buon metodo, nemmeno in vista di altre maternità future.
Un colloquio con un'amica serena ed equanime, ma molto di più con un* psicolog*, le permetterà di chiarire fino in fondo i suoi desideri e le sue paure.
Fino a poche settimane fa le avrei consigliato di cercare questa figura presso un Consultorio o un reparto di maternità ospedaliero, ma recentemente l'esperienza riferita da alcune utenti mi fa temere che l'ascolto degli operatori del SSN in certe sedi (spesso assistenti sociali, non psicologi) sia unicamente orientato a promuovere sbrigativamente la soluzione dell'aborto.
A me sembra, invece, che lei abbia bisogno di esternare tutti i suoi sentimenti, i suoi bisogni, i suoi dubbi. Provi a cercare un* professionista.
Le faccio infiniti auguri, anche per l'avvio della professione.
Per qualunque chiarimento, siamo qui.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
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La ringrazio tanto, in effetti il dispiacere di eseguire un aborto è molto difficile per me, ma anche la crescita di un figlio da sola è assai difficile! pertanto ho deciso di chiedere un consulto psicologico e informami in merito alla crescita da sola di un bambino (asilo nido ecc) e poi se in un futuro ci sarà la nascita, provvederò con la domanda di riconoscimento della paternità del minore. In primis pero eviterò il contatto con lui, visto le minaccie esercitate nei miei conforti. Ringrazio tanto per l'aiuto
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.7k 197
Gentile utente,
accedendo ad un colloquio con un* psicolog* del Consultorio, consideri anche le forme non istituzionali di aiuto: altre mamme con cui fare degli scambi, vicini di casa disponibili per umanità o dietro compenso ad aiutarla con su* figli*, studentesse fuori sede disposte a fare da baby sitter in cambio dell'alloggio.
Quanto al riconoscimento di paternità, consideri che è un'arma a doppio taglio: il suo ex sarà obbligato da un giudice al mantenimento e potrebbe non rispettare l'impegno con mille strategie, col rischio di esaurire le vostre risorse in liti giudiziarie. Per contro avrà il diritto di vedere il figlio e tenerlo con sé in certi periodi, e non so con quale stato d'animo lei potrebbe accettare di affidarglielo.
Ancora auguri, e se le è possibile ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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