L'obesità ha sempre motivazioni psicologiche?
Buongiorno,
vi scrivo perché è da tutta la vita che faccio diete, dimagrisco e poi ingrasso nuovamente, è difficile accettare di dovere stare eternamente a dieta per chi mangiare è uno dei piaceri della vita, è convivialità, è allegria.
Devo rinunciare per sempre a mangiucchiare qualcosa di buono mentre guardo un film?
Devo accettare di bere tisane come se fossero uno spuntino delizioso?
Dicono che basti avere un'educazione alimentare, che non bisogna fare rinunce ma non è così.
La strada per chi è obeso e vuole dimagrire è lastricata di rinunce e non c'è mai una vittoria, non si può mai dire "ho sconfitto l'obesità" perché non si può mai abbassare la guardia e perché non si arriva mai ad essere magri, al massimo puoi essere contento di essere rotondetto.
Un'altra cosa difficile è accettare che nei normali negozi non si trovi la propria taglia, non è esattamente un mondo inclusivo.
So bene che l'obesità non è salutare ma so anche che è una malattia a tutti gli effetti e abbastanza complessa.
Sono stanca di avere difficoltà nel trovare vestiti e biancheria e stanca delle persone che pensano di avere il diritto di fare commenti sul mio corpo e dirmi che devo dimagrire, (grazie uno specchio ce l'ho...).
Anche se non posso proprio dire di essere brutta o non armonica, comprendo bene che all'obesità sono legate tante malattie e davvero non sopporto più la gente che pensa di fare il mio bene dicendomi certe frasi che invece feriscono soltanto.
Vorrei dimagrire una volta per tutte e mantenere il peso ma la lunghezza del percorso mi scoraggia, mi chiedo se cominciare una psicoterapia potrebbe aiutarmi, in generale sono una persona serena, con tanti interessi, una vita amorosa e affettiva piena e felice, davvero dietro il mio essere obesa si nasconde qualcosa dal punto di vista psicologico?
A me sembra che la cosa che mina la mia serenità è la gente pronta a emettere giudizi non richiesti.
Loro sì mi creano rabbia e volontà di non incontrarli più, paura di essere giudicata ma la motivazione a causa della mia obesità non la comprendo.
Ci sono persone che mangiano senza farsi troppi problemi e non sono grasse.
vi scrivo perché è da tutta la vita che faccio diete, dimagrisco e poi ingrasso nuovamente, è difficile accettare di dovere stare eternamente a dieta per chi mangiare è uno dei piaceri della vita, è convivialità, è allegria.
Devo rinunciare per sempre a mangiucchiare qualcosa di buono mentre guardo un film?
Devo accettare di bere tisane come se fossero uno spuntino delizioso?
Dicono che basti avere un'educazione alimentare, che non bisogna fare rinunce ma non è così.
La strada per chi è obeso e vuole dimagrire è lastricata di rinunce e non c'è mai una vittoria, non si può mai dire "ho sconfitto l'obesità" perché non si può mai abbassare la guardia e perché non si arriva mai ad essere magri, al massimo puoi essere contento di essere rotondetto.
Un'altra cosa difficile è accettare che nei normali negozi non si trovi la propria taglia, non è esattamente un mondo inclusivo.
So bene che l'obesità non è salutare ma so anche che è una malattia a tutti gli effetti e abbastanza complessa.
Sono stanca di avere difficoltà nel trovare vestiti e biancheria e stanca delle persone che pensano di avere il diritto di fare commenti sul mio corpo e dirmi che devo dimagrire, (grazie uno specchio ce l'ho...).
Anche se non posso proprio dire di essere brutta o non armonica, comprendo bene che all'obesità sono legate tante malattie e davvero non sopporto più la gente che pensa di fare il mio bene dicendomi certe frasi che invece feriscono soltanto.
Vorrei dimagrire una volta per tutte e mantenere il peso ma la lunghezza del percorso mi scoraggia, mi chiedo se cominciare una psicoterapia potrebbe aiutarmi, in generale sono una persona serena, con tanti interessi, una vita amorosa e affettiva piena e felice, davvero dietro il mio essere obesa si nasconde qualcosa dal punto di vista psicologico?
A me sembra che la cosa che mina la mia serenità è la gente pronta a emettere giudizi non richiesti.
Loro sì mi creano rabbia e volontà di non incontrarli più, paura di essere giudicata ma la motivazione a causa della mia obesità non la comprendo.
Ci sono persone che mangiano senza farsi troppi problemi e non sono grasse.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta lucidità e sensibilità il suo vissuto. Le sue parole raccontano molto più di una semplice lotta con il peso: parlano di fatica, ingiustizie sociali, solitudine, stigma e desiderio di libertà. E sono parole piene di intelligenza e consapevolezza, che meritano uno spazio rispettoso e non giudicante.
Ha perfettamente ragione: l’obesità è una condizione complessa, multifattoriale, e spesso trattata con una superficialità disarmante. Ridurla a mangia meno, muoviti di più è un modo semplicistico che ignora aspetti profondi, psicologici, culturali, relazionali e neurobiologici.
E ha ragione anche su un altro punto: viviamo in una società grassofobica, in cui il corpo non conforme viene giudicato, escluso e commentato con una violenza travestita da preoccupazione per la salute . Ma la salute non passa per l'umiliazione né per l'imposizione di regole disumanizzanti.
Lei scrive di essere serena, di avere relazioni soddisfacenti, interessi, una vita affettiva piena. Eppure c’è una stanchezza profonda, una domanda che torna: Perché è così difficile?
Ed è proprio in quella domanda che una terapia potrebbe rivelarsi preziosa. Non per trovare cosa si nasconde dietro l’obesità , come se fosse un mistero da smascherare, ma per restituire senso alla sua storia, riconnettere il corpo alla sua identità, ridefinire cosa significa per lei prendersi cura di sé al di là del peso.
Forse non si tratta di fare la dieta giusta ma di uscire dalla logica del controllo e del fallimento, e costruire un rapporto diverso con il cibo, il piacere, il corpo e i suoi bisogni.
E forse non è lei a dover cambiare tutto, ma il modo in cui ha imparato, anche per difendersi, a vivere dentro un sistema che fa fatica ad accogliere la complessità.
Se ha sentito l’esigenza di scrivere, forse è già il primo passo verso una cura più profonda, che vada oltre la bilancia.
Un caro saluto e resto volentieri a disposizione,
grazie per aver condiviso con tanta lucidità e sensibilità il suo vissuto. Le sue parole raccontano molto più di una semplice lotta con il peso: parlano di fatica, ingiustizie sociali, solitudine, stigma e desiderio di libertà. E sono parole piene di intelligenza e consapevolezza, che meritano uno spazio rispettoso e non giudicante.
Ha perfettamente ragione: l’obesità è una condizione complessa, multifattoriale, e spesso trattata con una superficialità disarmante. Ridurla a mangia meno, muoviti di più è un modo semplicistico che ignora aspetti profondi, psicologici, culturali, relazionali e neurobiologici.
E ha ragione anche su un altro punto: viviamo in una società grassofobica, in cui il corpo non conforme viene giudicato, escluso e commentato con una violenza travestita da preoccupazione per la salute . Ma la salute non passa per l'umiliazione né per l'imposizione di regole disumanizzanti.
Lei scrive di essere serena, di avere relazioni soddisfacenti, interessi, una vita affettiva piena. Eppure c’è una stanchezza profonda, una domanda che torna: Perché è così difficile?
Ed è proprio in quella domanda che una terapia potrebbe rivelarsi preziosa. Non per trovare cosa si nasconde dietro l’obesità , come se fosse un mistero da smascherare, ma per restituire senso alla sua storia, riconnettere il corpo alla sua identità, ridefinire cosa significa per lei prendersi cura di sé al di là del peso.
Forse non si tratta di fare la dieta giusta ma di uscire dalla logica del controllo e del fallimento, e costruire un rapporto diverso con il cibo, il piacere, il corpo e i suoi bisogni.
E forse non è lei a dover cambiare tutto, ma il modo in cui ha imparato, anche per difendersi, a vivere dentro un sistema che fa fatica ad accogliere la complessità.
Se ha sentito l’esigenza di scrivere, forse è già il primo passo verso una cura più profonda, che vada oltre la bilancia.
Un caro saluto e resto volentieri a disposizione,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Utente
Gent.ma Dottoressa Carbone,
La ringrazio molto per la sua risposta, mi ha fatto sentire compresa e mi ha dato una nuova prospettiva.
La ringrazio molto per la sua risposta, mi ha fatto sentire compresa e mi ha dato una nuova prospettiva.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 350 visite dal 24/07/2025.
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