Mia mamma di 48 anni è incinta e non so come affrontare la situazione
Buon pomeriggio,
Sono un ragazzo di 18 anni e mia mamma di 48 anni è incinta.
In casa ho una situazione un po' particolare perché i miei genitori non sono divorziati ma praticamente e come se fossero separati, quindi a maggior ragione non mi sarei mai aspettato qualcosa del genere.
Ormai da 5/6 anni è come vedere due persone che non si stanno neanche simpatiche convivere nella stessa casa, con estrema freddezza.
A metà maggio i miei mi hanno detto che aspettavano un bambino, ma mi hanno anche detto che avrebbero "risolto" la situazione, che non me ne dovevo preoccupare ma che per loro era giusto che lo sapessi.
Già questa informazione mi ha lasciato veramente scioccato perché come ho già detto, era l'ultima cosa che mi sarei aspettato; tuttavia, non ci ho dato troppo peso, per quanto possibile.
Tutto sommato non era uno shock "cattivo", pensarci mi metteva quasi di buon umore anche se mi lasciava sempre confuso.
Circa a inizio luglio mi sono accorto che la pancia di mia mamma iniziava a vedersi e sapere che non avesse interrotto la gravidanza mi rendeva felice, così a inizio luglio, di mia iniziativa, nonostante l'imbarazzo, le ho chiesto della gravidanza e lei mi ha confermato che l'avrebbero portata avanti.
Lì ho iniziato a preoccuparmi e mi sento un senso constante di ansia addosso.
Passo da momenti in cui ne sono veramente felice a momenti in cui sono in estremo imbarazzo e vorrei che nulla fosse successo.
Sono anche preoccupato per la salute di mia mamma, che a 48 anni non so come sia portare avanti una gravidanza.
Lei è una abbastanza sportiva e fino ad adesso non è sembrata ne affaticata ne preoccupata di qualcosa, come pare che tutti gli esami siano andati bene, però guardarla così mi fa sempre un certo senso.
In generale mi sento abbastanza a mio agio a parlarne con i miei amici, però i loro discorsi ultimamente sono sempre orientati su quello e sono a disagio per il fatto che sembra quasi che cerchino di farsi invitare a casa per vedere mia mamma in questa condizione.
Mi sento anche in imbarazzo quando accompagno mia mamma da qualche parte, dove mi sento sempre gli occhi addosso, specialmente quando la accompagno a fare degli esami e in sala d'attesa ci sono altre mamme con i figli a cui dicono qualcosa come "guarda quel ragazzo, è molto più grande di te e anche sua mamma aspetta un bambino ma non fa i capricci..."
Anche il pensiero che il prossimo anno mentre starò studiando nel secondo quadrimestre e per la maturità ci sarà in casa un neonato/a urlante mi scuote parecchio.
Penso che per quanto strano questo possa anche essere un bel periodo e vorrei anche aiutare i miei, ma lo sto vivendo veramente male.
Cosa potrei o dovrei fare?
Sono un ragazzo di 18 anni e mia mamma di 48 anni è incinta.
In casa ho una situazione un po' particolare perché i miei genitori non sono divorziati ma praticamente e come se fossero separati, quindi a maggior ragione non mi sarei mai aspettato qualcosa del genere.
Ormai da 5/6 anni è come vedere due persone che non si stanno neanche simpatiche convivere nella stessa casa, con estrema freddezza.
A metà maggio i miei mi hanno detto che aspettavano un bambino, ma mi hanno anche detto che avrebbero "risolto" la situazione, che non me ne dovevo preoccupare ma che per loro era giusto che lo sapessi.
Già questa informazione mi ha lasciato veramente scioccato perché come ho già detto, era l'ultima cosa che mi sarei aspettato; tuttavia, non ci ho dato troppo peso, per quanto possibile.
Tutto sommato non era uno shock "cattivo", pensarci mi metteva quasi di buon umore anche se mi lasciava sempre confuso.
Circa a inizio luglio mi sono accorto che la pancia di mia mamma iniziava a vedersi e sapere che non avesse interrotto la gravidanza mi rendeva felice, così a inizio luglio, di mia iniziativa, nonostante l'imbarazzo, le ho chiesto della gravidanza e lei mi ha confermato che l'avrebbero portata avanti.
Lì ho iniziato a preoccuparmi e mi sento un senso constante di ansia addosso.
Passo da momenti in cui ne sono veramente felice a momenti in cui sono in estremo imbarazzo e vorrei che nulla fosse successo.
Sono anche preoccupato per la salute di mia mamma, che a 48 anni non so come sia portare avanti una gravidanza.
Lei è una abbastanza sportiva e fino ad adesso non è sembrata ne affaticata ne preoccupata di qualcosa, come pare che tutti gli esami siano andati bene, però guardarla così mi fa sempre un certo senso.
In generale mi sento abbastanza a mio agio a parlarne con i miei amici, però i loro discorsi ultimamente sono sempre orientati su quello e sono a disagio per il fatto che sembra quasi che cerchino di farsi invitare a casa per vedere mia mamma in questa condizione.
Mi sento anche in imbarazzo quando accompagno mia mamma da qualche parte, dove mi sento sempre gli occhi addosso, specialmente quando la accompagno a fare degli esami e in sala d'attesa ci sono altre mamme con i figli a cui dicono qualcosa come "guarda quel ragazzo, è molto più grande di te e anche sua mamma aspetta un bambino ma non fa i capricci..."
Anche il pensiero che il prossimo anno mentre starò studiando nel secondo quadrimestre e per la maturità ci sarà in casa un neonato/a urlante mi scuote parecchio.
Penso che per quanto strano questo possa anche essere un bel periodo e vorrei anche aiutare i miei, ma lo sto vivendo veramente male.
Cosa potrei o dovrei fare?
Buongiorno,
comprendo bene quanto la notizia della gravidanza di sua madre possa averla colpita, soprattutto considerando il contesto familiare che descrive. Un evento simile, a 18 anni, può generare emozioni molto contrastanti: curiosità, imbarazzo, preoccupazione, gioia, ansia. È normale che le sue sensazioni oscillino e che non sempre riesca a collocare questo fatto in una cornice serena.
La preoccupazione per la salute di sua madre è legittima, ma oggi, con un’adeguata assistenza ostetrica, molte donne portano avanti gravidanze anche oltre i 45 anni con buoni esiti. Il fatto che gli esami siano regolari e che lei conduca una vita attiva è un segnale rassicurante.
Per quanto riguarda l’imbarazzo sociale, tenga presente che gran parte delle reazioni delle persone derivano dalla novità della situazione, non da un reale giudizio su di lei o sulla sua famiglia. Col tempo, la curiosità altrui tende a diminuire. Rispetto al futuro, il timore per la presenza di un neonato in casa durante un anno importante come quello della maturità è comprensibile. Può essere utile parlarne apertamente con i suoi genitori, concordando in anticipo soluzioni pratiche per studiare in tranquillità (orari, spazi, eventuale supporto esterno).
Infine, ricordi che non ha l’obbligo di gestire tutto da solo: se l’ansia o il disagio dovessero persistere o aumentare, un confronto con uno psicologo potrebbe aiutarla a riorganizzare i pensieri e a vivere l’evento con meno peso emotivo.
Un neonato, per quanto possa portare imprevisti e stanchezza, può anche rappresentare un’occasione di crescita e un legame affettivo in più nella sua vita. Darsi tempo per elaborare questa novità è il primo passo.
Resto a disposizione,
comprendo bene quanto la notizia della gravidanza di sua madre possa averla colpita, soprattutto considerando il contesto familiare che descrive. Un evento simile, a 18 anni, può generare emozioni molto contrastanti: curiosità, imbarazzo, preoccupazione, gioia, ansia. È normale che le sue sensazioni oscillino e che non sempre riesca a collocare questo fatto in una cornice serena.
La preoccupazione per la salute di sua madre è legittima, ma oggi, con un’adeguata assistenza ostetrica, molte donne portano avanti gravidanze anche oltre i 45 anni con buoni esiti. Il fatto che gli esami siano regolari e che lei conduca una vita attiva è un segnale rassicurante.
Per quanto riguarda l’imbarazzo sociale, tenga presente che gran parte delle reazioni delle persone derivano dalla novità della situazione, non da un reale giudizio su di lei o sulla sua famiglia. Col tempo, la curiosità altrui tende a diminuire. Rispetto al futuro, il timore per la presenza di un neonato in casa durante un anno importante come quello della maturità è comprensibile. Può essere utile parlarne apertamente con i suoi genitori, concordando in anticipo soluzioni pratiche per studiare in tranquillità (orari, spazi, eventuale supporto esterno).
Infine, ricordi che non ha l’obbligo di gestire tutto da solo: se l’ansia o il disagio dovessero persistere o aumentare, un confronto con uno psicologo potrebbe aiutarla a riorganizzare i pensieri e a vivere l’evento con meno peso emotivo.
Un neonato, per quanto possa portare imprevisti e stanchezza, può anche rappresentare un’occasione di crescita e un legame affettivo in più nella sua vita. Darsi tempo per elaborare questa novità è il primo passo.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Utente
Per quanto riguarda il fatto che temo che mia mamma possa avere qualche problema di salute legato alla gravidanza, non è che dubiti della sanità moderna, anzi, non so spiegare perché ma quando la guardo e la vedo con il pancione, ciò mi lascia sempre un certo senso di precarietà che mi sembra quasi insito, legato ad una certa preoccupazione. Ciò mi porta anche a pensare a come potrebbe essere abbastanza devastante nella mia famiglia una qualunque complicazione a questo punto della gravidanza.
Per quanto riguarda la presenza di un neonato durante l'ultima anno scolastico, non sono direttamente preoccupato per il mio rendimento, anche perché a scuola ho dei voti piuttosto alti, quanto per l'assurdità e forse l'eccezionalità della situazione in sé.
Le volevo anche chiedere cosa intendesse lei per "novità della situazione", e come ciò si potrebbe quindi legare alla percezione di una persona esterna o anche un conoscente di famiglia.
Vorrei infine aggiungere che adesso non avverto l'obbligo di gestire l'intera situazione da solo, ma per il momento preferisco un approccio più riservato perché questo tema sta quasi permeando la mia vita, tra famigliari e amici. Detto ciò non escudo assolutamente in un futuro, magari non troppo remoto di rivolgermi ad un professionista.
In merito al parlarne con i miei genitori mi sento abbastanza in imbarazzo, sto cercando di mantenere un certo senso di normalità, per quanto possibile.
La ringrazio per la sua risposta.
Per quanto riguarda la presenza di un neonato durante l'ultima anno scolastico, non sono direttamente preoccupato per il mio rendimento, anche perché a scuola ho dei voti piuttosto alti, quanto per l'assurdità e forse l'eccezionalità della situazione in sé.
Le volevo anche chiedere cosa intendesse lei per "novità della situazione", e come ciò si potrebbe quindi legare alla percezione di una persona esterna o anche un conoscente di famiglia.
Vorrei infine aggiungere che adesso non avverto l'obbligo di gestire l'intera situazione da solo, ma per il momento preferisco un approccio più riservato perché questo tema sta quasi permeando la mia vita, tra famigliari e amici. Detto ciò non escudo assolutamente in un futuro, magari non troppo remoto di rivolgermi ad un professionista.
In merito al parlarne con i miei genitori mi sento abbastanza in imbarazzo, sto cercando di mantenere un certo senso di normalità, per quanto possibile.
La ringrazio per la sua risposta.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 760 visite dal 08/08/2025.
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