Ansia e attacchi di panico

Salve, sono una ragazza di 24 anni e da quando ne avevo 16 soffro di attacchi di panico e ansia. Premetto che la mia paura,la cosa dove si è attaccata l'ansia insomma, è stata la paura del vomito e di vomitare di conseguenza sono passata dall'essere un adolescente in carne (al tempo pesavo sui 65kg) spensierata che mangiava di tutto ad una specie di larva che nel giro di pochi mesi ha toccato i 50 kg e che non riusciva più ne a mangiare ne a uscire di casa o a fare cose semplici come anche ricevere un abbraccio più stretto perchè si sentiva comprimere lo stomaco e partiva la sensazione di nausea e conseguente calvario. Negli anni sono stata in cura prima con uno psichiatra che dopo un tentativo di terapia senza medicine mi ha "curata" con lo xanax e il sintopram e durante quel periodo sono stata meglio piano piano fino a tornare "normale" e riuscire a mangiare di nuovo tranquillamente e senza pensieri tanto da aver ripreso peso e aver fatto per la prima volta molte cose che non avevo mai fatto prima per via delle mie paure. Questo periodo è durato circa 6 mesi in cui avevo sospeso ogni farmaco e ogni tanto avevo le mie giornate no ma penso che sia anche normale. Tutto finì un giorno in cui per via di un influenza vomitai per la prima volta dopo almeno 10anni e dopo un primo momento in cui ho realizzato che non era poi così terrificante ricominciò a tornare tutto come prima quindi niente cibo,niente uscire niente vita insomma. Stanca tornarnai dallo psichiatra che mi fece ricominciare la cura ma da cui mi sono sentita "abbandonata" nel senso che era come se fosse arrivato al punto che più di questo non poteva fare per farmi stare bene e non ci andai più. Passò il tempo in cui nel mio piccolo e con le miei mille fissazioni ero riuscita a trovare un equilibrio per non avere o comunque per tenere controllati gli attacchi di panico. L'anno scorso,sotto consiglio della mio ginecologa, mi recai da una psicologa che però non mi ha aiutato molto,sembrava che andassi a pagare per chiacchierare con una mia amica quando mi aspettavo un lavoro che andasse oltre,indietro per cercare l'origine di tutto questo e per questo motivo smisi di andarci dopo circa 10 incontri. Da allora ho rieliminato gradualmente tutti i farmaci e sono completamente pulita da 3 mesi circa,riesco a controllare l'ansia anche se non sto mai davvero bene e combatto con un nuovo sintomo che è la diarrea. Ogni volta che sono sotto stress o anche solo emozionata eccessivamente per qualcosa il mio stomaco ne risente. Vi chiedo se devo rassegnarmi a vivere cosi,senza essere mai al 100% o se c'è qualcosa che posso fare,se è davvero possibile tornare ad essere "normali" e vivere senza 2000 pensieri come faccio adesso. Vorrei qualche consiglio perchè praticamente tutto il grosso del lavoro su me stessa l'ho fatto da sola e sono stanca di non vedere mai la fine del problema.
Grazie per l'attenzione e scusatemi se mi sono dilungata troppo.
Saluti
[#1]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile ragazza,
lei dice di essersi dilungata troppo.... In realtà un lavoro psicologico non può prescindere da una conoscenza approfondita della persona. Vede, capisco che possa sentirsi frustrata dalla precedente esperienza, tuttavia dieci sedute non bastano se il problema è complicato come quello che ci ha presentato. La psicologia è un lavoro di cm, si tratta di destrutturare schemi che sono "attivi" da molto tempo e che, appunto, di tempo hanno bisogno per essere trasformati.
Se non le è piaciuta la precedente esperienza può rivolgersi ad un altro collega della sua zona.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"mi recai da una psicologa che però non mi ha aiutato molto,sembrava che andassi a pagare per chiacchierare con una mia amica quando mi aspettavo un lavoro che andasse oltre,indietro per cercare l'origine di tutto questo e per questo motivo smisi di andarci dopo circa 10 incontri..."

Gentile Utente,

quale diagnosi è stata posta?
Se si tratta di un disturbo d'ansia e/o di una fobia, è sensato dal punto di vista della psicoterapia cognitivo-comportamentale, agire attraverso prescrizioni comportamentali che mettano il pz. nella condizione di poter sperimentare un nuovo modo di porsi nei confronti del disagio.

Infatti il pz. spesso attua delle strategie altamente disfunzionali che rafforzano il problema anziché risolverlo

Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html

Concordo con Lei poi sul fatto che i colloqui psicologici non sono chiacchiere tra amici, ma momenti di comprensione del proprio funzionamento psichico, emozionale e relazionale che serve per generare il cambiamento nel pz.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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