Tumore teticolo non seminoma pt2

Salve, di seguito la mia storia:
09/01 Ecotomografia scrotale: probabile tumore al testicolo dx
12/01 markers tumorali: AFP 136,1 ng/mL, HCG: 38,4 mUI/mL
21/01: crioconservazione liquido seminale
23/01 TAC:
a livello del segmento apicale del lobo polmonare superiore sn è presente nodulo solido di 7mm di diametro max.
Rari linfonodi mediastinici (max 7 mm)
Alcuni linfonodi retro peritoneali prevalentemente infrarenali i maggiori di 11 mm
25/01 orchifuniculectomia dx
06/02 esame istologico:
neoformazione di cm 3
carcinoma embrionario 80%,
tumore sacco vitellino 20%,
rete testis: infiltrata
invasione linfo-vascolare: si riconosce
necrosi presente circa 20% sul totale del tumore
UICC 2009: pT2
07/02 1^ visita oncologica: Stadio I – 2 cicli di PEB
08/02 markers tumorali: AFP 34,2 ng/mL, HCG: 4,1 mUI/mL
12/02 2^ visita oncologia (diverso medico): malattia metastatica a buona prognosi – 3 cicli di PEB
15/02 PET/TC: non evidenzia patologia ad elevato metabolismo di glucosio a livello dei distretti corporei esaminati

Il primo oncologo ha classificato il tumore stadio I perché ha considerato i linfonodi nella norma e il nodulo polmonare presumibilmente non dovuto alla patologia in atto, considerazione diametralmente opposte hanno spinto invece il 2^ oncologo a classificare il tumore stadio III.
Io sono piuttosto scettico sulla scelta della chemioterapia di prima linea, nel mio caso, sarei più propenso per una RPLND NS ma mi è stata sconsigliata da entrambi gli oncologi, il 2^ ha addotto le seguenti motivazioni:
- è un interventone va fatto in centri altamente specializzati e a Roma non ce ne sono
- nel suo caso è probabile che dopo RPLND debba comunque sottoporsi a 2 cicli di PEB
- nel suo caso è probabile dopo la chemio non debba sottoporsi a intervento chirurgico e anche qualora fosse necessario sarebbe meno invasivo perché interesserebbe un numero limitato di linfonodi.

Fermo restando che io protendo sempre per una RPLND al fine di ottenere una stadiazione certa ed evitare di fare la chemio se non necessaria, e non ho nessun problema ad operarmi in qualsiasi parte d’Italia chiedo gentilmente:
Vostro parere in merito ed eventualmente quale centro consigliereste per l’intervento.

Grazie mille
PS fumo 4 sigarrette al dì
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Gentile Signore,
le indicazioni che le sono state fornite rispecchiano esattamente le più recenti linee guida pubblicate per questa patologia. La diferrenza, come lei stesso percepisce, sta nella stadiazione, che è interpretata in modo differente dai due specialisti. La negatività della PET va a sostegno dell'ipotesi "stadio I", mentre i valori persistentemente (anche se poco) elevati della AFP sosterrebbero forse l'ipotesi "stadio III". D'altro canto, le linee guida parlano della linfadenectomia solo quando NON si possa o NON si voglia praticare la chemioterapia PEB. Una certa discrezionalità viene quindi lasciata, giustamente, al paziente. Concordiamo sul fatto che la linfadenectomia retroperitoneale sia un intervento non di poco conto e necessiti di precauzioni anche dal punto di vista della fertilità (criconservazione dello sperma). Peraltro, oggi questo intervento in centri specializzati viene eseguito per via laparoscopica, quindi con una invasività notevolmente inferiore. Non saremmo così pessimisti sul fatto che nella sua città non vi siano specialisti in grado di eseguire questo tipo di intervento, non è possibile per noi fornire indicazioni mirate, ma certamente una breve ricerca potrebbe, se del caso, sortire un buon risultato.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la celere risposta,
io a prescindere non sono contrario ad un trattamento piuttosto che ad un altro ma, leggendo molto su Internet, fermo restando una certa discrezionalità da lei citata, mi sembra che per stadio I ad alto rischio e IIA con markers negativi (se l'AFP dovesse permanere elevato scarterei comunque l'ipotesi linfadenectomia, la scorsa settimana ho fatto un nuovo prelievo e oggi vedrò i risultati) la linfadenectomia sia la prima scelta terapeutica, come riportato nella varie linee guida.
Nella consapevolezza che una corretta stadiazione sia fondamentale per scegliere la terapia più appropriata, volevo sapere, nel caso di un IIA markers negativi, che scelta terapeutica suggerireste?
L'intervento eseguito per via laparoscopica sarebbe certamente meno invasivo, ma mi sembra di aver capito che mentre la tecnica è accettata a scopo stadiante, è molto dibattuto il suo ruolo terapeutico, e nel mio caso, essendo elevata la possibilità di metastasi linfonodali, credo sia fondamentale la sua efficacia terapeutica, che ne pensate?
Per quanto concerne la possibilità di eseguire l’intervento nella mia città, anche a me è sembrato strano, ma più di un medico mi ha consigliato nell’eventualità di andare altrove.
Cordialmente
[#3]
dopo
Utente
Utente
Aggiornamento:
14/02 markers tumorali: AFP 15 ng/mL
ieri fatta visita con oncologo in virtù della PET negativa e dei marcatori in regressione (23/02 in programma nuove analisi e ci si attende negativizzazione) proposta rivalutazione con TAC da effettuarsi il 09/03.

Graditi pareri in merito sull'opportunità di effettuare la linfadenectomia.

Cordialmente

[#4]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Gentile Signore,
premesso che il giudizio su una situazione del genere non è univoco, come lei ha compreso, e non vi è assoluta urgenza di prendere una decisione, potrebbe costituire una opzione accettabile il vedere come si comporta l'AFP nelle prossime settimane ed eventualmente ripetere una TAC ad un mese dalla precedente. D'ogni modo, ci pare che una possibile scelta continui a susssitere tra la chemioterapia e la linfadenectomia. Nelle mani di un esperto laparoscopista, siamo convinti che sia possibile ottenere dei risultati anche migliori di quelli della chirurgia a cielo aperto.

Saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Gentile Signore,
ci scusiamo per non aver probabilmente valutato il suo ultimo aggiornamento nella nostra più recente risposta. La "vigile attesa" è senz'altro una opzione proponibile, anche se a questo punto molto lontana dal giudizio di un Collega che ha addirittura considerato la situazione come stadio III. Prudenza ed ottimismo sono talora difficili da far coesistere ed in questo il suo temperamento è senz'altro il fattore più importante e decisivo. Ci faccia eventualemente sapere le evoluzioni, se lo desidera.

Saluti
[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie veramente di cuore per le risposte
L’oncologo che ha classificato il tumore stadio III è lo stesso che ora mi ha proposto una rivalutazione con una TAC a distanza di 6 settimane dalla precedente, visto la PET negativa e i marcatori in regressione, non c’è tutta questa urgenza per iniziare la chemio. Non si tratta per ora di una “vigile attesa” ma di rimandare la decisione a dopo la TAC con 2 possibili scenari:
- riduzione delle masse rispetto alla precedente TAC: vigile attesa
- Aumento delle masse: chemioterapia

Vista la situazione credo comunque che la linfoadenectomia laparoscopica, da lei indicata, sia la soluzione migliore nel caso fosse confermato che il nodulo polmonare non sia un tumore, perché secondo me ha un buon rapporto benefici/rischi: intervento a basso rischio, consente una corretta stadiazione, consente di eliminare micro metastasi non definibili con la TAC, evita terapie inutili. Il problema è trovare un centro adeguato, non voglio certo andare allo sbaraglio, ed i tempi di attesa, non vorrei che passasse troppo tempo dalla orchifuniculectomia.

Cordialmente
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Gentile Signore,
riteniamo che la strategia in atto possa di fatto costituire il miglior compromesso. Se le localizzazioni linfonodali sono dubbie (vedi PET negativa e marcatore in discesa) diremmo che la localizzazione polmonare isolata sarebbe quasi inverosimile.

Saluti
[#8]
dopo
Utente
Utente
Salve,
Mi faccio vivo dopo un po' di tempo per aggiornare la situazione:
I marcatori proseguono negativi
23/02 AFP: 9 ng/mL
11/03 AFP: 6 ng/mL

TAC di rivalutazione effettuata il 09/03:
TORACE
permangono apprezzabili i noduli segnalati in precedenza nel LSS (mm.7, invariato)
ADDOME
piccoli linfonodi lombo aortici attualmente sub centimetrici, ridotti rispetto al precedente.

Il Tumore è stato pertanto ristadiato come stadio I alto rischio e proposti 2 cicli di PEB audiuvante, TAC e 3° ciclo di PEB in caso di scomparsa del nodulo polmonare (a ROMA).

Sono stato anche all'INT di Milano e mi hanno invece prospettatto le 3 scelte terapeudiche: sorveglianza, LAP RPLND monolaterale e PEBx2, lasciando il paziente libero di decidere, in considerazione del fatto che le % di sopravvivenza si equivalgono a prescindere dalla strategia intrapresa. Io nel frattempo mi sono fatto mettere in lista d'attesa per l'intervento.

Sono molto perplesso sulla scelta da intraprendere, io preferirei la RPLND, al fine di evitare la chemio se non necessaria, con tecnica laparoscopica dovrebbe anche esssere poco invasiva. Ne ho parlato però con l'oncologo che mi segue a Roma e si è dimostrato del tutto contrario considerandola inutile visto che i linfonodi si sono ridotti e dannosa qualora il piccolo nudulo polmonare fosse malattia metastatica, perché ritarderebbe la chemio.

Chiedo cortesemente il vostro aiuto

Cordialmente







[#9]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Gentile Signore,
considerato il ruolo essenziale nel porre le indicazioni terapeutiche, questo "nodulo" polmonare forse meriteribbe qualche attenzione in più. Talora la valutazione di un radiologo esperto o di uno pneumologo possono essere cruciali, magari - se possibile - considerando altre radiografie del torace eseguite in precedenza.
Per il resto, ci pare che lei sia seguito molto bene da specialisti che sanno il fatto loro e seguono le linee guida internazionali. In linea di massima, la linfadenectomia viene raccomandata ai pazienti che non hanno la voglia o la possibilità logistica di sottoporsi al programmi di controlli ravvicinati che comporta la vigile attesa e, in misura minore, anche la chemio-terapia. Per il resto, la scelta è equivalente, come giustamente proposto dai Colleghi dell'INT ed il punto di vista del paziente diventa determinante.

Saluti
[#10]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la celere risposta,

io non ho nessun problema a sottopormi a programmi di controlli ravvicinati, ma facendo subito la chemio correrei il rischio di fare una terapia inutile, cosa che vorrei evitare per i rischi connessi alla tossicità tardiva ad essa legata. La semplice vigile attesa non mi sembra invece sia tra le prime opzioni nel mio caso, nei protocolli internazionali.

Grazie
[#11]
dopo
Utente
Utente
Per quanto concerne invece il nodulo polmonare, prima d'ora non avevo mai fatto una TC e sono più di 10 anni che non faccio un RX al torace. Che aiuto potrei quindi chiedere ad un radiologo esperto o ad uno pneumologo? Ci sono altre prove che potrei fare? L'oncologo mi ha detto che questo tipo di tumore è di solito piuttosto rapido pertanto è difficile che sia rimasto "fermo" per 45 giorni, per questo ha ristadiato come I stadio il tumore.
Io mi fido assolutamente di chi mi segue, ma se c'è possibilità di scelta vorrei prendere la decisione migliore in un ottica di lungo periodo (30-40 anni) visto che ora ne ho 35.

Grazie mille per la pazienza
Gravidanza

Gravidanza: test, esami, calcolo delle settimane, disturbi, rischi, alimentazione, cambiamenti del corpo. Tutto quello che bisogna sapere sui mesi di gestazione.

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