Tumore alla prostata

Buonasera, vi scrivo per mio padre, 74 anni, fin'ora ottima salute generale.

Dopo una diagnosi di tumore alla prostata (indagini fatti per un psa poco inferiore a 4, ma in crescita lenta e costante nell'ultimo anno) ha subito un intervento di prostatectomia radicale.

L'esito dell'istologico dice "adenocr.
prostatico in stadio ptT3b (SVI+; ECE estesa in post- dx) pN0 (16 linfonodi) ISUP5 con margini chirurgici liberi da malattia.

Poco prima dell'intervento (eseguito il 10/6) aveva fatto una scintigrafia ossea che era a posto.

Per il momento non siamo riusciti a metterci in contatto con il medico che ha operato mio padre, quindi mi farebbe piacere avere un vostro parere: com'è la situazione?

Anche prima dell'intervento, dopo la biopsia, ci era stato detto che si trattava di un tumore molto aggressivo, ma dagli esami pareva confinato alla prostata, cosa che invece non è.

Nonostante ciò, a mio padre hanno dato semplicemente l'esito, con scritto di ripresentarsi tra 3 mesi con una serie di esami fatti (psa, emocromo, urine, eco addome e pelvica, funzionalità renale).

Non servirebbe la radioterapia?
Cure ormonali?

So che nessun medico ha la sfera di cristallo ma vorremmo capire se la situazione per lo meno è gestibile o se dobbiamo a breve aspettarci il peggio.

Grazie
[#1]
Dr. Alessandro Sciarra Urologo 576 34 7
Buongiorno,
parliamo di una neoplasia prostatica molto aggressiva (ISUP 5) e che ha ampiamente superato la prostata interessando anche le vescicole seminali (pT3b).
In questi casi , anche se i margini chirurgici sono negativi e anche se il PSA postoperatorio e' inferiore a 0.2 ng/ml E' FORTEMENTE RACCOMANDATO ESEGUIRE UNA RADIOTERAPIA ESTERNA PELVICA ADIUVANTE.
Un tumore di questo tipo non e' stato asportato completamente con l'intervento anche se i margini sono negativi ( cellule circolanti tumorali già' da prima dell'intervento) e si ripresenterà' in seguito. Bisogna quindi sempre agire di anticipo soprattutto nelle fasi in cui il tumore non ha ancora una progressione sistemica a distanza.E' un errore aspettare e procedere solo quando il PSA sale o quando gli esami radiologici diventano positivi.
La terapia di blocco androgenico ( ormonale) in un tumore cosi' aggressivo non da' risultati molto positivi e prolungati e andrà' eseguita quando e se il tumore dara' manifestazioni a distanza insieme ad altri farmaci ( abiraterone o chemioterapia Docetaxel).
Per riassumere:
- valutare il PSA totale postoperatorio a 30 giorni da intervento
- se valore inferiore a 0.2 ng/ml procedere ad una radioterapia esterna su tutta la pelvi adiuvante previa scintigrafia ossea e TC total body
- se valore > 0.2 ng/ml va' eseguita una PET TC con PSMA prima di decidere se procedere alla radioterapia
La radioterapia esterna ha un suo valore se il paziente non ha segni radiologici di progressione di malattia visibili a distanza o se tali ripetizioni non superano il numero di 3.
La terapia di blocco androgenico ( associata ad abiraterone o Docetaxel) andrà' eseguita invece se sono presenti questi segni radiologici di progressione secondaria a distanza e se sono maggiori di 3 non verra' eseguita la radioterapia.

Un cordiale saluto

Prof Alessandro Sciarra

Prof. Alessandro Sciarra
Prof I fascia Universita' Sapienza di Roma
Specialista in Urologia-Chirurgia Robotica
alessandro.sciarra@uniroma1.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta dott. Sciarra.
Ora mi chiedo come fare, nel senso, come "forzare" i medici a fare come lei ha scritto, ovvero fare gli esami prima di 3 mesi e procedere in base al PSA come lei mi ha scritto.
Forse dovremmo rivolgerci a un'altra struttura...
Da quello che ha scritto mi pare la situazione di mio padre sia molto grave e sono preoccupata.
Che aspettativa di vita potrebbe avere? Grazie
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