Ansia e attacchi di panico

Buongiorno,
Sono Matteo.
Premetto che sono da mesi in cura da una psicologa perchè poco tempo fa mentre mi trovavo al cinema, durante la visione del film, ho iniziato a sentire una sensazione come se dovessi vomitare, allora per paura di vomitare davanti a tutti sono uscito fuori e sono andato in ansia, mi girava la testa e mi tremavano le mani terribilmente, comunque, sentivo la sensazione ma in realtà non ho vomitato. Cosi, terrorizzato fino alle stelle, ho costretto mia madre a tornare a casa. Da quel giorno in poi ho smesso di fare le mie cose quotidiane, soprattutto uscivo solo dopo aver terminato la digestione e mangiavo poco. Poco dopo, mi sono deciso ad andare in cura dalla psicologa la quale mi ha diagnosticato un DAP e altri problemi di ansia, causati da truami e situazioni di stress precedenti. Solo che dopo mesi io mi sento così confuso, non riesco a capire se ho avuto veramente degli attacchi di panico dovuti a cose passate oppure se sono solo io che sono andato in ansia per la paura di vomitare e da li ne sono rimasto traumatizzato. (Questa paura mi accompagna circa da quando ero molto piccolo).
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Matteo,
ha già parlato con la psicologa (si è accertato che sia anche psicoterapeuta?) che la segue di questi suoi dubbi e di questa sua confusione?
Quella delle sedute è certamente la sede più idonea per affrontare l'argomento... ma, al di là di quale sia la causa del malessere che le impedisce di vivere serenemente le sue giornate e i suoi impegni, in questi mesi cosa ha fatto per cercare di superare le sue difficoltà?

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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dopo
Utente
Utente
Anzitutto grazie per la risposta!
Devo dire che in questi mesi mi è sembrato di sforzarmi parecchio, anche se rispetto a quello che facevo quando non ero in questo stato ansioso non mi sembra molto perchè quando c'è stato il picco massimo della mia ansia i miei spostamenti erano solo: casa-psicologa e viceversa.
Dopo un po' ho iniziato ad uscire intorno a casa facendo brevi passeggiate. Poi, ho iniziato a riprendere in mano la mia macchina fotografica e fare qualche foto in studio a casa mia. Diciamo che comunque dopo il primo mese, pian piano mi stavo riabituando a fare le mie cose normali, evitando però, la metropolitana, tutti gli altri mezzi di trasporto e le zone affollate. Diciamo che non mi sono spinto più in la della mia "comfort zone".

Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Mi scuso perchè non le ho riferito quanto riguarda della mia psicologa.
Si, lei è anche psicoterapeuta. Più o meno nelle ultime sedute le ho comunicato questo tipo di dubbi, ma non sono stato tanto chiaro perchè il discorso mi manda letteralmente in ansia.

Cordiali saluti.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Si prenda il tempo che le serve per farlo, senza timori, ma assicurandosi di aver comunicato proprio quanto intendeva: le difficoltà, gli ostacoli che il paziente incontra sono importanti per capire insieme al terapeuta come "aggiustare" il tiro, come modificare il percorso intrapreso, personalizzandolo il più possibile.
Le allego anche una lettura sul tema, che magari può risultarle utile: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/700-emetofobia-la-paura-del-vomito.html

Saluti.
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