Parole e odio

Buongiorno
Da alcuni anni sto riscontrando un problema con mio marito, oltre ai miei.

Mi tratta in modo carino solo quando ha bisogno o è di luna buona o deve portare suo fratello a cena da noi (persona che non sopporto minimamente e che mio marito, nonostante il fratello abbia quasi 50 anni tratta e difende come un bambino).

Vengo al punto:
Non lo sopporto più.
Appena arriva l'orario che torna dal lavoro inizio ad avere fortissimi dolori allo stomaco e dissenteria oltre a rabbia.

Parla...e idem.

A letto non ne parliamo.
Lui lo farebbe ogni 5 minuti... Peccato che finisca in 2 minuti.

Pensa sempre solo a se
Negli ultimi mesi ha la fissa delle parolacce... Vuole che io le dica insieme a tante altre volgarità, che non sopporto e nonostante lo sa...me le chiede continuamente tutto il tempo del rapporto...che pretende e vuole e fa...nonostante non voglia...nemmeno aspetta che io sia pronta.
Mi sento girare la testa e mancare l'aria...ma nulla...mi fa mille domande durante il rapporto...e io sto male e lui si offende o si arrabbia pure perché poi non mi avvicino...davvero nn c'è la faccio più... E.
Aspiegarglielo dice ok...va bene ecco...grazie.
ma che vuol dire?
Sto malissimo.

E se nn fai ciò che vuole fa prima al vittima e poi tiene il muso e tratta male durante la giornata prende disela per qualsiasi cosa anche con i figli.

Diventa carino solo quando faccio ciò che lui vuole e pretende...odio i rapporti anali...e ho dolori durante rapporti forti dopo l'intervento di endometriosi d'urgenza fatto due anni fa...ma a lui nn frega.

Ho 49 anni...lui 58... siamo insieme da 30 anni... E le cose vanno peggiorando...

Mi aiuti.

Grazie
[#1]
Dr. Ferdinando Toscano Psicologo 193 10
Gentile utente,
ho letto questo suo consulto e alcuni altri precedenti, ossia quelli in cui ci raccontava un po' la sua storia, costellata di elementi di sofferenza psicologica ma anche di alcuni, sfortunati eventi di natura medica che però mi sembra abbia, forse non senza strascichi e conseguenze, per carità, comunque in buona parte risolto.

E' difficile da qui, senza conoscere davvero bene la sua situazione, suggerirle qualcosa: lei ci riferisce che con suo marito ci ha già parlato, e non possiamo capire da qui quanto potrebbe essere utile rifarlo.
Ancor più difficile, inutile e improprio, sarebbe suggerirle soluzioni più drastiche, come ad esempio l'interruzione - provvisoria o definitiva - della vostra unione coniugale. Se da un lato questa opzione potrebbe rappresentare una "scossa" per suo marito e una "liberazione" per lei, ci sarebbero però anche delle conseguenze per l'intero nucleo familiare che andrebbero almeno valutate prima di procedere a scelte che non per questo devono però essere escluse a priori, ma vanno anzi considerate. Insomma, da qui è difficile aiutarla in questo senso e fornirle LA soluzione.

Quello che posso dirle è che, per quanto zero questo possa valere per lei, le sono estremamente solidale. Accolgo il suo dolore e le sue difficoltà, che non posso avere la presunzione di capire (perché sono tutte sue e lei solo conosce le sofferenze che comportano), ma posso solo lontanissimamente intravedere.
Virtualmente le porgo la mia mano e la invito a farsi forza e a non arrendersi mai.
La invito a considerare che può star meglio.
A ricordarsi che è una donna di nemmeno 50 anni e ha ancora una vita davanti.
E che non è minimamente finita.

Non si è mai davvero soli nella vita, per carità, ma al contempo penso che però in casi come questi una mano va anche un po' cercata.
Ha già iniziato questo percorso, scrivendoci.
Direi che però un secondo passo, più "pratico" del consulto con noi, sia una ricerca nel suo territorio.
Io le consiglierei, francamente, di rivolgersi a una psicologa... dico psicologa perché penso francamente che una donna potrebbe capirla di più. Ma, per carità, la sensibilità è fortunatamente ampiamente distribuita in ambo i generi.

Potrebbe rivolgersi a una psicologa del suo territorio, di modo da costruire con lei un canale sia per "buttar fuori", alleggerendosi, il suo disagio sia per elaborare strategie in grado di generare i cambiamenti nella sua vita e nella sua famiglia in grado di farla vivere, e di conseguenza di farla stare, meglio.
Potrebbe rivolgersi sia al privato sia, però, al pubblico.
In particolare, il suo è un territorio provinciale ricco sia di servizi pubblici erogati dall'azienda sanitaria locale sia di associazioni ed enti pubblici e privati impegnati nella tutela delle donne a 360 .
Ha provato a contattarne alcuni? Se no, perché non si rivolge ad una di queste realtà?

Solo Googlando "sportello donne SUO CAPOLUOGO" io ritrovo diverse opzioni percorribili, ai miei occhi molto valide.
Ritengo inoltre che anche il medico di medicina generale, stando sul suo territorio, potrebbe inoltre aiutarla in una ricerca in questo senso.

Le chiedo con tutto il cuore di non avere vergogna, di volersi bene e di procedere a chiedere aiuto nel suo territorio. Ricordi inoltre che ciascun medico e ciascuno psicologo (e ciascun altro operatore del settore) sono vincolati dal segreto professionale e non riveleranno mai quello che eventualmente riferirà loro.
A volte già solo avere un orecchio o una spalla ... ci aiuta a guardare tutto con occhi diversi ... e ci fornisce strumenti che non immaginiamo!

Le auguro ogni bene e resto, per come posso, a sua disposizione

Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo

Endometriosi

L'endometriosi consiste nella presenza di tessuto simile all'endometrio fuori dalla sua posizione anatomica, provocando forte dolore pelvico: sintomi e cure possibili.

Leggi tutto