Ansia e stress

Buongiorno da un po' di tempo vivo uno stato di malessere psicologico.
Mi limiterò a parlare dell' ultimo anno da quando ho cambiato lavoro.
Pur avendo fatto un avanzamento di carriera non sono mai stata così soddisfatta, avrei preferito crescere nell' Azienda in cui già lavoravo e stavo bene ma mi hanno fatto capire che avrebbero fatto a meno di me provocandomi una profonda delusione.
Ho iniziato questo lavoro che non era la mia ambizione e ad aggravare la situazione si sono aggiunte il degrado professionale del servizio di cui sono la responsabile, la mancanza di collaborazione tra colleghi e un ambiente tossico e negativo generale dell' azienda.
La direzione ha atteggiamenti contrastanti, all'inizio sembravano dalla mia parte sostenendomi ma ora ho capito che lo facevano per il proprio tornaconto, finché hanno iniziato a negarmi le ferie a natale (faccio poche ferie durante l anno) senza un motivo di servizio, a negarmi un trasferimento e oggi a chiedermi di motivare un'assenza per motivi personali che per contratto non ha necessità di essere motivata nello specifico.
Da tempo ho attacchi di ansia che ho curato con EN ma ora si stanno ripresentando e io non riesco a legittimare il mio malessere perché all' apparenza tutto sembra apposto ma io sono sopraffatta e non so cosa fare, non so come spiegarlo e mi sento bloccata.
Non provo più emozioni da tanto tempo ormai divento solo irascibile a casa con il mio ragazzo.

Lavorando nel pubblico l unico modo x cambiare lavoro è vincere l ennesimo concorso perché le mobilità mi vengono negate dalla direzione.
Sto pensando di tornare alla mansione precedente nonostante possa comportare disagio a livello economico e finanziario oltre che la sensazione di sconfitta.
Dr.ssa Elisa Scuderi Psicologo 114 2
Gentile Utente,
le sue parole raccontano un’esperienza intensa, dove al riconoscimento professionale è seguita una sensazione di smarrimento, delusione, solitudine. A volte ciò che appare come un passo avanti agli occhi degli altri può non corrispondere a un vero avanzamento per noi, se non è in linea con i nostri valori, i nostri bisogni, il nostro sentire.

Le chiedo: cosa ha perso davvero in questo cambiamento? E cosa sente di non riuscire più a riconoscere di sé in questo nuovo contesto?

Il malessere che descrive sembra essere diventato parte della quotidianità, ma si intravede ancora, tra le righe, il desiderio di tornare a sentirsi bene, a casa con se stessa. Quando dice di non provare più emozioni, se non irritabilità, viene spontaneo chiedersi: da quanto tempo si sente così distante da sé? E cosa succederebbe se potesse dare ascolto e spazio a questa parte inascoltata?

Pensare a un ritorno alla mansione precedente potrebbe non essere solo una rinuncia , ma forse anche un tentativo, ancora confuso, di ritrovare un senso. Le domando: quale parte di sé sta cercando di proteggere? E cosa significherebbe per lei scegliere oggi una direzione più vicina a chi è?

L'ansia quando si presenta in modo così intenso veicola un messaggio, che è importante ascoltare e decodificare, perché può suggerirci la via da percorrere: il fatto che tutto all'apparenza sembri a posto ma nello stesso tempo che lei non riesca a legittimare il suo malessere, porta a questo senso di sopraffazione. Solo osservando ciò che sente e dandogli significato può rompere quel blocco e procedere con maggiore consapevolezza.

Ciò che sta vivendo merita attenzione, non solo perché è difficile, ma perché dentro questa difficoltà può esserci già l’inizio di un cambiamento possibile.

Resto a disposizione,
E.S. 

Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
www.psicologoagenova.wordpress.com

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