Ansia e stress: corpo in allerta nonostante esami negativi
Da circa sei mesi vivo in uno stato di stress continuo legato alla mia salute e alla mia sicurezza fisica.
In questo periodo la preoccupazione per il mio corpo è diventata sempre più centrale, fino a influenzare il mio modo di pensare e di vivere le sensazioni fisiche.
Ogni minimo segnale viene osservato con attenzione e spesso interpretato come potenzialmente pericoloso.
Nel corso di questi mesi sono stata due volte in ospedale.
La prima per dolori al petto e al braccio sinistro, accompagnati da tachicardia e forte paura che potesse trattarsi di un problema cardiaco.
La seconda per lo stesso motivo, accompagnato da dolori ai polpacci, con il timore di una trombosi, poiché assumevo la pillola anticoncezionale.
In entrambe le occasioni gli accertamenti hanno dato esito negativo: elettrocardiogramma nella norma, analisi del sangue tutte regolari, nessun segno di patologie in atto.
Nonostante questi riscontri rassicuranti, la sensazione di allarme non si è spenta del tutto.
Con il tempo sono comparsi anche altri disturbi fisici, come fitte all’addome basso, che mi hanno portata a fare un’ecografia risultata anch’essa nella norma.
Secondo il medico, questi dolori sono riconducibili a uno stato di stress prolungato.
Col passare dei mesi ho iniziato a rendermi conto che la tensione costante, la paura di stare male e il bisogno di controllo stanno prendendo sempre più spazio.
Lo stress non resta solo a livello mentale, ma si manifesta nel corpo con sintomi reali, alimentando un circolo in cui ansia e sensazioni fisiche si rinforzano a vicenda.
Una semplice fitta alla testa, un battito più forte rispetto ad un’altro mi preoccupa e mi scombussola l’umore.
A breve farò una radiografia a causa di un dolore a metà della schiena che da un’anno si presenta quando faccio sforzi.
Quello che sto vivendo non è l’assenza di controlli o di risposte mediche, ma la difficoltà a sentirmi al sicuro nonostante esami e visite siano andati bene.
Il mio corpo sembra reagire a mesi di allerta continua, come se non riuscisse più a spegnere lo stato di emergenza.
Come potrei gestire il tutto?
Mi sento sempre in pericolo, come se da un momento all’altro potesse accadere qualcosa.
Questa situazione condiziona anche le mie relazioni interpersonali, vorrei potermi rilassare, ho bisogno di un consiglio, in fondo ho solo 21 anni.
In questo periodo la preoccupazione per il mio corpo è diventata sempre più centrale, fino a influenzare il mio modo di pensare e di vivere le sensazioni fisiche.
Ogni minimo segnale viene osservato con attenzione e spesso interpretato come potenzialmente pericoloso.
Nel corso di questi mesi sono stata due volte in ospedale.
La prima per dolori al petto e al braccio sinistro, accompagnati da tachicardia e forte paura che potesse trattarsi di un problema cardiaco.
La seconda per lo stesso motivo, accompagnato da dolori ai polpacci, con il timore di una trombosi, poiché assumevo la pillola anticoncezionale.
In entrambe le occasioni gli accertamenti hanno dato esito negativo: elettrocardiogramma nella norma, analisi del sangue tutte regolari, nessun segno di patologie in atto.
Nonostante questi riscontri rassicuranti, la sensazione di allarme non si è spenta del tutto.
Con il tempo sono comparsi anche altri disturbi fisici, come fitte all’addome basso, che mi hanno portata a fare un’ecografia risultata anch’essa nella norma.
Secondo il medico, questi dolori sono riconducibili a uno stato di stress prolungato.
Col passare dei mesi ho iniziato a rendermi conto che la tensione costante, la paura di stare male e il bisogno di controllo stanno prendendo sempre più spazio.
Lo stress non resta solo a livello mentale, ma si manifesta nel corpo con sintomi reali, alimentando un circolo in cui ansia e sensazioni fisiche si rinforzano a vicenda.
Una semplice fitta alla testa, un battito più forte rispetto ad un’altro mi preoccupa e mi scombussola l’umore.
A breve farò una radiografia a causa di un dolore a metà della schiena che da un’anno si presenta quando faccio sforzi.
Quello che sto vivendo non è l’assenza di controlli o di risposte mediche, ma la difficoltà a sentirmi al sicuro nonostante esami e visite siano andati bene.
Il mio corpo sembra reagire a mesi di allerta continua, come se non riuscisse più a spegnere lo stato di emergenza.
Come potrei gestire il tutto?
Mi sento sempre in pericolo, come se da un momento all’altro potesse accadere qualcosa.
Questa situazione condiziona anche le mie relazioni interpersonali, vorrei potermi rilassare, ho bisogno di un consiglio, in fondo ho solo 21 anni.
Buonasera,
da quello che descrivi emerge con molta chiarezza una condizione di allerta continua, più che la presenza di una malattia fisica. Il tuo corpo non sta mentendo : i sintomi sono reali, ma sembrano inserirsi in un circolo in cui paura, controllo e sensazioni corporee si alimentano a vicenda.
Gli accertamenti medici ripetutamente negativi non vengono interiorizzati come rassicurazione, perché il problema non è la mancanza di controlli, ma la difficoltà a sentirti al sicuro. È come se il tuo sistema di allarme restasse acceso anche quando non c’è un pericolo reale. In questi casi ogni segnale corporeo perde la sua neutralità e viene letto come minaccia, aumentando tensione, iperattenzione e nuovi sintomi.
Un primo passo utile è smettere, per quanto possibile, di inseguire ogni sensazione con interpretazioni catastrofiche o controlli continui: più il corpo viene monitorato, più amplifica i segnali. Parallelamente diventa importante lavorare sullo stress di fondo, non sul singolo sintomo: ritmi, sonno, carico emotivo, bisogno di controllo e paura di perdere il controllo.
Il fatto che tu abbia solo 21 anni e che gli esami siano nella norma è un dato oggettivo importante, ma va affiancato a un lavoro sul modo in cui vivi l’ansia e la percezione del corpo. Imparare a riconoscere quando è l’ansia a parlare, e non una reale emergenza , può fare una grande differenza anche nelle relazioni e nella qualità della vita.
Non stai impazzendo né sei fragile: stai vivendo uno stato di stress prolungato che merita attenzione e cura, con calma e gradualità.
Cordiali saluti
da quello che descrivi emerge con molta chiarezza una condizione di allerta continua, più che la presenza di una malattia fisica. Il tuo corpo non sta mentendo : i sintomi sono reali, ma sembrano inserirsi in un circolo in cui paura, controllo e sensazioni corporee si alimentano a vicenda.
Gli accertamenti medici ripetutamente negativi non vengono interiorizzati come rassicurazione, perché il problema non è la mancanza di controlli, ma la difficoltà a sentirti al sicuro. È come se il tuo sistema di allarme restasse acceso anche quando non c’è un pericolo reale. In questi casi ogni segnale corporeo perde la sua neutralità e viene letto come minaccia, aumentando tensione, iperattenzione e nuovi sintomi.
Un primo passo utile è smettere, per quanto possibile, di inseguire ogni sensazione con interpretazioni catastrofiche o controlli continui: più il corpo viene monitorato, più amplifica i segnali. Parallelamente diventa importante lavorare sullo stress di fondo, non sul singolo sintomo: ritmi, sonno, carico emotivo, bisogno di controllo e paura di perdere il controllo.
Il fatto che tu abbia solo 21 anni e che gli esami siano nella norma è un dato oggettivo importante, ma va affiancato a un lavoro sul modo in cui vivi l’ansia e la percezione del corpo. Imparare a riconoscere quando è l’ansia a parlare, e non una reale emergenza , può fare una grande differenza anche nelle relazioni e nella qualità della vita.
Non stai impazzendo né sei fragile: stai vivendo uno stato di stress prolungato che merita attenzione e cura, con calma e gradualità.
Cordiali saluti
Dr. Vincenzo Capretto, psicologo.
Ricevo a Roma e on line.
vincenzocapretto.psy@icloud.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2 visite dal 14/12/2025.
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