Eccessiva emotività

Ho compiuto da poco settant'anni, conduco una vita attiva, pratico ancora blanda attività sportiva, sono attento al mondo esterno, gioco e intrattengo i miei nipotini, non ho seri problemi di salute e non soffro di depressione ma ho qualche problema di memoria per i nomi delle persone.
Tutto ciò premesso, da qualche tempo, con sempre maggiore evidenza, mi trovo a piangere (nel senso che gli occhi mi si riempiono di lacrime e mi si spezza la voce), del tutto controvoglia, in presenza di avvenimenti, letture, film, situazioni (come i funerali ad esempio) più o meno commoventi che riescono a coinvolgermi empaticamente anche senza alcun rapporto diretto con la mia situazione personale o familiare.
Ciò ovviamente mi imbarazza non solo nelle relazioni interpersonali ma anche in situazioni del tutto individuali e non vorrei che, al di là della normalità del processo di invecchiamento, possa trattarsi dei primi sintomi di una patologia degenerativa.
Mi domando se esistono meccanismi mentali e/o prodotti farmaceutici che mi consentano di recuperare la capacità, non dico di essere cinico, ma almeno di una sostanziale sana indifferenza di fronte alle vicende della vita.
Grazie per l'attenzione
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 122
Gentile utente, prima di pensare alla soluzione del problema (cura) dovrebbe prima inquadrare il problema.
lei scrive:
(..)non vorrei che, al di là della normalità del processo di invecchiamento, possa trattarsi dei primi sintomi di una patologia degenerativa (..)
allora si accerti prima di questo con una visita neurologica. Poi cercherà le soluzioni.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signore,
al di là dell'imbarazzo, che cosa trova di difficile da tollerare nell'emozionarsi davanti a situazioni che per vari e differenti motivi spingono chiunque ad avere una risposta emotiva?
Che c'è di strano ad essere tristi ad un funerale o a commuoversi davanti alla stroria raccontata da un film?
Cosa pensa di se stesso in quei momenti?
Cosa pensa che gli altri pensino di Lei?


Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Complimenti per la sua vitalità ed intensità di vita.
In passato, non aveva facilità di accesso alla sfera dell' emotività?
È un episodio correlato a quest' ultimo periodo della sua vita?
Secondo lei correla con qualche evento in particolare ?
Ha effettuato qualche visita medica, recentemente?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Gent. Dott.ssa Scalco,
La ringrazio molto dell'interesse al mio quesito (problema ?).
Lei mi fa delle domande alle quali è facile rispondere che non c'è nulla di strano nel provare emozioni in determinate situazioni.
Però, se Le dico che oggi, nel corso di ognuno dei diversi servizi televisivi per la morte di Enzo Jannacci, a me scendevano copiose le lacrime, forse riesco a darLe il senso del mio imbarazzo. Capisco che Jannacci è un ricordo della mia giovinezza e mi dispiace per la sua morte, ma piangere controvoglia mi sembra davvero patologico.
In quei momenti mi vergogno di codesti segni esteriori di debolezza e di sentimentalismo e penso di perdere considerazione da parte di coloro che mi stanno intorno.
Per questo scrivo di recuperare quel filo di cinismo che consente di assistere e vivere vicende ed emozioni con un poco più di superficialità.
Ma non so proprio come fare: ho provato, nelle occasioni specifiche, a pensare ad altro, a cercare di distrarmi, a occupare la mente in calcoli, ragionamenti ecc., a dirmi mentalmente che sono uno sciocco, ma serve a molto poco.
Con molta cordialità
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Solitamente non occuparsi del proprio sentire, anche se scomodo, equivale a dargli ancora più importanza, più lei lo nega, più si ripropone.

Forse uno psicologo, potrebbe darle una mano a leggersi dentro ed a riacquistare quella giusta distanza dal mondo emotivo
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dopo
Utente
Utente
Gent. D.ssa Randone,
ringrazio molto anche Lei della risposta.
Questa emotività ha cominciato a divenire eccessiva e fastidiosa da almeno 4/5 anni. In precedenza mi sembra di poter dire che provavo commozione in modo normale e naturale ma soprattutto in situazioni che mi toccavano direttamente sul piano personale.
Ora mi sento coinvolto emotivamente anche in ambiti del tutto estranei alla mia sfera individuale e/o familiare.
In quanto a visite mediche, mi sottopongo a normali controllli come tutti. Preoccupato per i vuoti di memoria per i nomi di persona (ma talvolta anche di oggetti) mi sono sottoposto un anno fa a test per la valutazione clinico-strumentale del quadro cognitivo; la risposta: il quadro neuropsicologico attualmente non è indicativo di deterioramento cognitivo.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Gentile Signore,
Concordo con la dott.ssa Randone sul fatto che più si nega il proprio sentire, più questo si ripropone.
Se lei è' sempre stata una persona più attenta all'aspetto razionale e propensa a un certo distacco ( che lei definisce come cinismo) e ora si sta accorgendo di comportamenti per lei anomali, posso capire la sua perplessità. Perplessità che ha a che fare con alcune modifiche per la verità comuni con il passare del tempo. Un medico le potrebbe dire che il calo di testosterone, ad esempio, corrisponde a un calo di grinta nell'affrontare gli eventi, ahimè, spiacevoli dell'esistenza. Forse lei, però, psicologicamente parlando, sta sperimentando anche una nuova tenerezza verso se stesso e verso gli altri, anche non direttamente coinvolti nelle sue vicende personali. Certo, mi rendo conto che questo non rientra nell'immagine che lei in tutti questi anni ha costruito di se' e che, perciò, possa esserne infastidito. Non conoscendo la sua storia, posso solo ipotizzare che ora, se vuole, può darsi il permesso di esprimere sentimenti od emozioni senza per questo sentirsi inadeguato, ma, anzi, arricchito dalla sua emergente sensibilità. Se poi, però, lei avverte altri sintomi, quali disturbi del sonno, apatia, mancato desiderio di fare attività piacevoli e costruttive ecc., allora e' il caso che si rivolga a uno specialista psicologo/psicoterapeuta per una valutazione più oggettiva.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa ad ind. Clinico

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signore,
è possibile che la sua emotività sia correlata a questa fase della vita, non deve obbligatoriamente correlare con una patologia ingravescente o ad un deterioramento cognitivo, altro ambito rispetto alla sfera emozionale.

Se nel tempo, invece di percepire questo "nuovo sentire" come un valore aggiunto alla sue esistenza, continuasse a darle fastidio, uno psicologo potrebbe aiutarla nella gestione delle emozioni
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dopo
Utente
Utente
Ringrazio vivamente i 4 specialisti che si sono interessati alla mia problematica e mi hanno fornito osservazioni e consigli, tutti attenti interessanti e utili.