Esito tac encefalo

Gentili Dottori,
mia madre ottantenne, da alcuni mesi, accusa dei disturbi lievi di perdita di memoria a breve termine, confusione mentale, nonché qualche sintomo di depressione e ansia che accentua i disturbi fisici precedentemente descritti.
L'ho, quindi, portata dal neurologo, il quale dopo un'accurata visita durata 40 minuti in cui le ha anche fatto dei test cognitivi, ha ipotizzato un lieve deficit cognitivo associato ad una sindrome ansioso depressiva cronica dell'anziano, prescrivendole TAC encefalo ed ecodoppler.
Mi è arrivato il referto della TAC e sono molto preoccupata perché, pur non conoscendo questa terminologia medica complessa, mi sembra sia venuto fuori qualcosa.
In attesa di fare leggere il referto dal suo neurologo, vorrei chiedervi un parere perché sono in ansia.

Nel referto si legge:
Indagine eseguita in condizioni di base mediante scansioni assiali di 2, 5 mm di spessore.
Lieve ampliamento su base atrofica del sistema ventricolare e degli spazi liquorali periencefalici e cisternali.
Non si apprezzano immagini da riferire a lesioni ischemiche di recente insorgenza, né spandimenti ematici intra o extrassiali.
Sfumata ipodensità della sostanza bianca periventricolare come da iniziale sofferenza ipossica cronica.

Non si apprezzano ulteriori significative alterazioni TDM del parenchima cerebrale, cerebellare e del tronco encefalo.
Puntiformi calcificazioni ateromasiche dei sifoni carotidei.
Strutture della linea mediana in asse.

Si tratta di una condizione grave?
O si tratta di qualcosa di non allarmante compatibile con la sua età?
Sono molto preoccupata e spero in una Vostra risposta.
Purtroppo porterò il referto dal suo neurologo tra qualche giorno.
Grazie in anticipo.
[#1]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Signora,

l'esito della TC è compatibile con l'età della mamma, peraltro sono state riscontrate alterazioni che sono state definite di lieve entità, come il lieve ampliamento su base atrofica e la sfumata ipodensità della sostanza bianca da iniziale deficit di ossigenazione.
Mi sentirei pertanto di tranquillizzarLa in quanto non sono state riscontrate condizioni gravi o in fase avanzata.
Faccia vedere l'esame al neurologo che segue la Mamma.

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottore,
La ringrazio davvero tanto, sarei rimasta giorni con la preoccupazione. Per dirla in modo per me comprensibile è un inizio di demenza senile? Ci sono rimedi per rallentare questo processo (non chiedo consigli su farmaci, non mi permetterei, semplicemente sapere se esistono), anche solo attività per allenare la mente? Che ne so, fare le parole crociate che una volta le piacevano. Purtroppo mamma non mostra più interesse per le tante cose che faceva prima ed è triste e demoralizzata perché si accorge di dimenticare le cose, si è convinta di stare "perdendo la testa" e non lo accetta.
Grazie ancora, un caro saluto.
[#3]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Signora,

con gli elementi a disposizione non possiamo parlare di demenza, c'è un inizio di invecchiamento cerebrale che può essere rallentato con i farmaci e tenendo impegnato il cervello.
Potrebbe starci anche una depressione che si deve valutare se sia funzionale o organica (cioè causata da involuzione cerebrale senile).
Il neurologo valuterà tutti questi elementi e farà una sintesi con associata idonea terapia.

Cordialmente

Dr. Antonio Ferraloro

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
grazie ancora, è stato chiarissimo e molto gentile.
Le auguro buon lavoro.
Cordiali saluti.
[#5]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Di nulla.

Buona giornata

Dr. Antonio Ferraloro

[#6]
dopo
Utente
Utente
Egr. Dottore,
torno a disturbarla per la situazione che riguarda la mia mamma.
Il suo neurologo, all'esito della TAC, le ha fatto un'altra visita accurata, con somministrazione di nuovo dei test e l'ha trovata tanto peggiorata in poco tempo. La diagnosi è stata: deficit cognitivo multidominio con deficit mnesico, discalculia, disprassia con accentuazione ansiogenetica. Per il resto indifferente. Poi ha concluso la diagnosi: deficit cognitivo in progressione (iniziale demenza). Sindrome ansioso depressivo cronica. Mentre la mamma stava facendo l'elettroencefalogramma (che è risultato perfetto) nell'altra stanza con il tecnico, il dottore mi ha detto chiaramente che si tratta di Alzheimer e che non può più vivere da sola. Io a sentire questa parola sono caduta nello sconforto. Ovviamente mia mamma adesso sta da me che le prendo scuse in continuazione perché lei vuole tornare a casa sua e io non ho il coraggio di dirle che non può più tornarci da sola, quindi tergiverso per non traumatizzarla, sperando che questa consapevolezza venga maturata da lei piano piano(non so nemmeno se sto utilizzando un metodo giusto, sono confusa).
Comunque, il dottore, di recente, le ha prescritto il farmaco Lizidra, mezza compressa, oltre a mezza compressa di zoloft e mezza di minias mezza che già assumeva e che deve continuare. Prende lizidra da 2 giorni soltanto e ieri sera era parlava nel sonno, quindi l'ho svegliata con calma e lei era terrorizzata, mi ha detto che vedeva persone che la volevano portare via, che non capiva se fosse sogno o realtà. Si è messa a piangere e mi ripeteva che la sua testa le faceva vedere cose strane( sempre riferito a ieri sera), lei capiva che non potevano essere reali ma mi diceva che le vedeva. Stamattina è molto triste perché ricorda bene l'episodio di ieri sera. Potrebbe essere questo farmaco? Non le era mai successo prima. Più tardi chiamo il neurologo ovviamente. Ma intanto, in attesa di parlargli, mi premeva chiedere a Lei, che è stato così gentile. Io ho paura sia qualche effetto collaterale. Qualora lo fosse può continuare a prenderlo perché poi si assesta, oppure va interrotto? In ogni caso, Lei ritiene che questa sia una terapia corretta? Grazie in anticipo e buona giornata.
[#7]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Signora,

il donepezil (lizidra) può causare allucinazioni e disturbi del sonno, prevalentemente all’inizio della terapia, poi in alcuni casi tali situazioni tendono a regredire.
Se dovessero persistere si valuta l’entità del problema in base al quale si può ridurre la dose o, in alcuni casi, è opportuno sospendere la somministrazione del farmaco e pensare di sostituirlo.
Ovviamente ne parli oggi stesso col neurologo che segue la Mamma.

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro

Malattia di Alzheimer

L'Alzheimer è una malattia degenerativa che colpisce il cervello in modo progressivo e irreversibile. Scopri sintomi, cause, fattori di rischio e prevenzione.

Leggi tutto