Ansia e depressione e psicologo territoriale
Buonasera.
Soffro di ansia e depressione dovuta purtroppo a causa di me stessa, perché sono una persona menefreghista, tendo a non salvare per esempio animali che so che potrebbero essere in pericolo per esempio per il fatto che non pulisco molto in casa e loro potrebbero contagiarsi tramite superfici infette dal virus di altri gatti, dunque potrebbero anche morire... L'ho anche letto ma continuo a fregarmene... Poi ho scatti d'ira dovuto a nervosismo per cose anche forse da poco, sia chiaro che non arrivo ad usare oggetti pericolosi ma oggi è successa comunque una cosa spiacevole e mi sono sentita in colpa e spaventata per aver dato degli schiaffi ad un gatto e poi buttato sul divano non in modo violentissimo... Poi essendo che non è capace si vede di scendere dal divano, è sceso da solo e poi subito dopo l'ho sentito miagolare stranamente e l'ho visto steso per terra... Sono andata lì a fargli dei massaggi, poi si è rialzato e adesso vedo sta bene... Ho capito che è stata a causa mia a quanto pare, perché ha avuto un po' di male si vede dovuto agli schiaffi e poi essendo caduto da solo dal divano si vede che ha "reagito" così... Se io non avessi dato gli schiaffi, forse lui anche se cadeva dal divano non avrebbe fatto così boh... Forse poteva anche morire non lo so o forse sto esagerando... O forse poteva essere pericoloso essendo non un gatto di età grande ma di pochi mesi anche se cammina già da solo ovviamente e in teoria è già in età da iniziare a mangiare da solo... Lui sta bene, lo vedo normale ma ho paura comunque, se gli avessi recato danni invisibili interni solo con gli schiaffi o per averlo buttato un po' sul divano e non messo giù delicatamente?
Mi sento in colpa e sto male.
A causa di queste cose, ho ormai paura di fare del male agli altri... Non arrivo mai a tanto per fortuna... Per questa paura alcuni psicologi che si occupano di questioni di divorzi, separazioni mi hanno indirizzato da uno psicologo territoriale, il quale purtroppo lui stesso mi ha detto che non fa psicoterapia, ma solo supporto, quindi non cura.
Io infatti non mi ci trovo bene, io penso che parlare e basta non serva a granché, ma necessito forse di cure, dovrei andare da uno psicoterapeuta quindi o sto sbagliando?
Tra l'altro si fa fatica a trovare uno psicoterapeuta, non ci sono posti disponibili, non ho soldi da poter andare a pagamento, non ho neanche nessun supporto familiare, in quanto non posso parlare di queste cose a mia madre, perché è una che giudica e so già cosa mi direbbe, soprattutto per cose così, lei solo quella volta che le ho detto (tanto per fare un esempio) che avevo delle fantasie sessuali verso una donna mi ha giudicato male.
Ne ho già parlato ovviamente allo psicologo territoriale di queste paure ma come detto non mi ci trovo bene, non guarisco perché forse necessito di cure e non di parlare e basta.
È difficile e pesante portare questi pesi tra l'altro senza nessuno a fianco, tra l'altro mi restano poche sedute.
Cosa devo fare?
Soffro di ansia e depressione dovuta purtroppo a causa di me stessa, perché sono una persona menefreghista, tendo a non salvare per esempio animali che so che potrebbero essere in pericolo per esempio per il fatto che non pulisco molto in casa e loro potrebbero contagiarsi tramite superfici infette dal virus di altri gatti, dunque potrebbero anche morire... L'ho anche letto ma continuo a fregarmene... Poi ho scatti d'ira dovuto a nervosismo per cose anche forse da poco, sia chiaro che non arrivo ad usare oggetti pericolosi ma oggi è successa comunque una cosa spiacevole e mi sono sentita in colpa e spaventata per aver dato degli schiaffi ad un gatto e poi buttato sul divano non in modo violentissimo... Poi essendo che non è capace si vede di scendere dal divano, è sceso da solo e poi subito dopo l'ho sentito miagolare stranamente e l'ho visto steso per terra... Sono andata lì a fargli dei massaggi, poi si è rialzato e adesso vedo sta bene... Ho capito che è stata a causa mia a quanto pare, perché ha avuto un po' di male si vede dovuto agli schiaffi e poi essendo caduto da solo dal divano si vede che ha "reagito" così... Se io non avessi dato gli schiaffi, forse lui anche se cadeva dal divano non avrebbe fatto così boh... Forse poteva anche morire non lo so o forse sto esagerando... O forse poteva essere pericoloso essendo non un gatto di età grande ma di pochi mesi anche se cammina già da solo ovviamente e in teoria è già in età da iniziare a mangiare da solo... Lui sta bene, lo vedo normale ma ho paura comunque, se gli avessi recato danni invisibili interni solo con gli schiaffi o per averlo buttato un po' sul divano e non messo giù delicatamente?
Mi sento in colpa e sto male.
A causa di queste cose, ho ormai paura di fare del male agli altri... Non arrivo mai a tanto per fortuna... Per questa paura alcuni psicologi che si occupano di questioni di divorzi, separazioni mi hanno indirizzato da uno psicologo territoriale, il quale purtroppo lui stesso mi ha detto che non fa psicoterapia, ma solo supporto, quindi non cura.
Io infatti non mi ci trovo bene, io penso che parlare e basta non serva a granché, ma necessito forse di cure, dovrei andare da uno psicoterapeuta quindi o sto sbagliando?
Tra l'altro si fa fatica a trovare uno psicoterapeuta, non ci sono posti disponibili, non ho soldi da poter andare a pagamento, non ho neanche nessun supporto familiare, in quanto non posso parlare di queste cose a mia madre, perché è una che giudica e so già cosa mi direbbe, soprattutto per cose così, lei solo quella volta che le ho detto (tanto per fare un esempio) che avevo delle fantasie sessuali verso una donna mi ha giudicato male.
Ne ho già parlato ovviamente allo psicologo territoriale di queste paure ma come detto non mi ci trovo bene, non guarisco perché forse necessito di cure e non di parlare e basta.
È difficile e pesante portare questi pesi tra l'altro senza nessuno a fianco, tra l'altro mi restano poche sedute.
Cosa devo fare?
Gentile utente,
dalle sue parole emerge con molta chiarezza quanto stia vivendo un forte senso di colpa e di angoscia per i suoi comportamenti e per la paura di poter fare del male, non solo agli animali ma anche agli altri. È importante innanzitutto che lei riconosca la gravità della sofferenza che prova e che abbia già fatto dei tentativi per chiedere aiuto: questo significa che c’è una parte di lei che non vuole rimanere bloccata in questo dolore e cerca una via d’uscita.
Il fatto che attribuisca a se stessa aggettivi molto duri come menefreghista o che si senta incapace di prendersi cura in modo adeguato, mi fa pensare che ci sia una forte autocritica che alimenta ansia e depressione. Quando poi avviene un episodio spiacevole, come quello che racconta con il suo gatto, il senso di colpa rischia di diventare insopportabile e di amplificare le paure fino a temere danni irreparabili. Non credo che la questione sia soltanto parlare o non parlare con uno psicologo: ciò di cui sembra aver bisogno è un percorso psicoterapeutico strutturato, dove ci sia continuità e dove si possano affrontare le radici della sua ansia, della rabbia che descrive e del timore di non riuscire a controllarsi.
Capisco bene la sua difficoltà economica e il senso di solitudine che prova, ma proprio per questo le consiglierei di non fermarsi. Nei servizi pubblici, oltre agli psicologi territoriali, spesso è possibile accedere a veri e propri percorsi psicoterapeutici con psicologi o psichiatri, anche se i tempi di attesa possono essere lunghi. Un’altra strada, soprattutto laddove siano presenti sintomi depressivi importanti o momenti di forte impulsività, può essere quella di valutare una consultazione psichiatrica: non significa essere gravi ma dare a se stessa la possibilità di ricevere un inquadramento più completo e, se necessario, un supporto farmacologico che possa aiutarla a stabilizzare l’umore e a ridurre la sofferenza mentre intraprende un percorso psicoterapico.
Non deve restare sola con questi pensieri, che rischiano di diventare sempre più pesanti. Anche se la sua esperienza con lo psicologo territoriale non è stata soddisfacente, non significa che non esista un aiuto più adatto a lei: può essere utile chiedere al suo medico di base una nuova indicazione, informarsi presso i centri di salute mentale del suo territorio o cercare associazioni che offrano percorsi a costi calmierati. Ciò che descrive non è una colpa, ma un insieme di difficoltà che meritano di essere curate con serietà.
Si dia la possibilità di riprendere in mano la sua vita: non è una condanna definitiva, ma una fase in cui serve il sostegno adeguato.
Resto a disposizione,
dalle sue parole emerge con molta chiarezza quanto stia vivendo un forte senso di colpa e di angoscia per i suoi comportamenti e per la paura di poter fare del male, non solo agli animali ma anche agli altri. È importante innanzitutto che lei riconosca la gravità della sofferenza che prova e che abbia già fatto dei tentativi per chiedere aiuto: questo significa che c’è una parte di lei che non vuole rimanere bloccata in questo dolore e cerca una via d’uscita.
Il fatto che attribuisca a se stessa aggettivi molto duri come menefreghista o che si senta incapace di prendersi cura in modo adeguato, mi fa pensare che ci sia una forte autocritica che alimenta ansia e depressione. Quando poi avviene un episodio spiacevole, come quello che racconta con il suo gatto, il senso di colpa rischia di diventare insopportabile e di amplificare le paure fino a temere danni irreparabili. Non credo che la questione sia soltanto parlare o non parlare con uno psicologo: ciò di cui sembra aver bisogno è un percorso psicoterapeutico strutturato, dove ci sia continuità e dove si possano affrontare le radici della sua ansia, della rabbia che descrive e del timore di non riuscire a controllarsi.
Capisco bene la sua difficoltà economica e il senso di solitudine che prova, ma proprio per questo le consiglierei di non fermarsi. Nei servizi pubblici, oltre agli psicologi territoriali, spesso è possibile accedere a veri e propri percorsi psicoterapeutici con psicologi o psichiatri, anche se i tempi di attesa possono essere lunghi. Un’altra strada, soprattutto laddove siano presenti sintomi depressivi importanti o momenti di forte impulsività, può essere quella di valutare una consultazione psichiatrica: non significa essere gravi ma dare a se stessa la possibilità di ricevere un inquadramento più completo e, se necessario, un supporto farmacologico che possa aiutarla a stabilizzare l’umore e a ridurre la sofferenza mentre intraprende un percorso psicoterapico.
Non deve restare sola con questi pensieri, che rischiano di diventare sempre più pesanti. Anche se la sua esperienza con lo psicologo territoriale non è stata soddisfacente, non significa che non esista un aiuto più adatto a lei: può essere utile chiedere al suo medico di base una nuova indicazione, informarsi presso i centri di salute mentale del suo territorio o cercare associazioni che offrano percorsi a costi calmierati. Ciò che descrive non è una colpa, ma un insieme di difficoltà che meritano di essere curate con serietà.
Si dia la possibilità di riprendere in mano la sua vita: non è una condanna definitiva, ma una fase in cui serve il sostegno adeguato.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Utente
Io credo che purtroppo io sia una persona menefreghista, sto male per queste cose, io non vorrei essere così perché è sbagliato, ci sono alcune cose che riesco a non essere menefreghista ma su altre non mi impegno... Non mi riesce con spontaneità come dovrebbe...
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 252 visite dal 21/08/2025.
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