Immaturità psicologica nei confronti del sesso

Ho quaranta anni ed ho un grandissimo problema con il sesso. Ho passato vent'anni a farmi psicoanalizzare da svariati psicologi e psichiatri senza alcun miglioramento. E ho subito svariate visite ginecologiche senza ricavarne alcuna soluzione. Per me è difficile, se non impossibile parlare di questo argomento, affrontarlo o anche solo capire perché dentro di me c'è qualcosa di bloccatissimo/blindatissimo che non so cos'è. Per iscritto è meno faticoso esprimermi perché a parole sono paralizzata. Parlare di sesso mi terrorizza. E imbarazza. Sempre.
Da sola ci riesco ad avere un orgasmo, ma senza penetrazione e senza toccarmi con le mani , è più un lavoro di fantasia che fisico. Anche quando sogno di notte ogni tanto mi succede. Quando sono con mio marito o i miei partner precedenti e ci proviamo invece no, io non riesco a rilassarmi in nessun modo, sono preoccupata, provo un imbarazzo immenso e inaffrontabile, ho paura e non riesco a lasciarmi andare. Panico, questo è ciò che provo. E quando mi toccano facendo anche cose che nella mia fantasia funzionano invece provo fastidio e nella penetrazione provo dolore reale. Dopo mi brucia per diverse ore. Non so se un prolungamento dei preliminari potrebbe aiutare a rilassarmi migliorando le cose potrebbero. O se sarebbe opportuno farmi bere un po' di vino prima, ma in realtà non sono riuscita mai a provare nulla di tutto ciò per via dell'indisponibilità dei partner a venire incontro al mio problema e a fare dei tentativi. Mio marito ad esempio mi salta addosso a sorpresa e in maniera frettolosa e questo mi fa irrigidire di più invece che farmi sentire a mio agio. Io credo alla reincarnazione e la mia guida spirituale mi ha parlato di un possibile e ripetuto stupro in una vita precedente e la cosa per me ha senso. Ma tant'è che non mi ricordo la violenza, quindi a che pro considerare tale evento? Comunque sono ossessionata dal lavarmi in continuazione quella parte del mio corpo a che due o tre volte al giorno in media sin da quando mi ricordo. Durante una esperienza di petting tanti anni fa avevo provato una sorta di dissociazione della mia mente dal mio corpo e dopo mi sono sentita usata. Spesso mi sento usata dopo il rapporto sessuale. Quando mio marito mi abbraccia e mi bacia io provo molta attrazione nei suoi confronti e lo stimolo sessuale lo sento, ma i suoi baci e i suoi abbracci durano troppo poco e restano slegati dal contesto sessuale e io così non mi sento al sicuro. Non riesco a rilassarmi. Capisco che sia un "problema mio" che con le altre donne lui funzioni anche senza sforzarsi a metterci qualcosa in più e che le mie siano richieste da bambina e lui invece sia un adulto. Però credo che essendo io diversa, mi definirei sessualmente immatura, per amore, lo sforzo in più lo potrebbe anche fare, anche nel contesto di un percorso che mi portasse a vivere il sesso in maniera più naturale passo dopo passo. Ed è questo tipo di aiuto che mi è mancato da parte sua in tutti questi 20 anni, il resto, appunto, resta un "problema mio". Ma adesso lui vuole andarsene a cercare altrove e io devo trovare una soluzione al mio dramma.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

con i limiti del consulto on line, sembrerebbe un problema relazionale.
Infatti Lei dice che con i partner non riesce a condividere un'esperienza piacevole che altrimenti è presente e descrive anche le modalità "frettolose" o comunque NON adeguate a Lei.
Le carezze sessuali devono essere personalizzate e mi dispiace che Lei stia prendendo tutta la responsabilità e che addirittura stia pensando di aver subito uno stupro di cui NON ha alcuna memoria.. e in un'altra vita?!?
Lo stupro, per quanto sia un'esperienza drammatica, è leggibile nella mente di una donna, a differenza ad es. dell'abuso sessuale su un bambino.
Nessuno psicoterapeuta ha ravvisato un problema nella relazione e ha coinvolto Suo marito nel trattamento? Ha fatto solo trattamenti di tipo psicoanalitico?

Il problema che descrive potrebbe essere sorto dalle prime esperienze sessuali e poi si è rafforzato, soprattutto se Lei non è in grado di guidare il partner alla scoperta di quella che è la Sua mappa del piacere e le Sue esigenze. Gli uomini non hanno la sfera di cristallo :-)

A mio avviso potrebbe cercare uno psicologo psicoterapeuta che coinvolga la coppia.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Ho cambiato circa 7-8 psicoterapeuti forse di più e una psichiatra. Ginecologi 5 o 6. Ho smesso di contare.
Prima di fare sesso completo verso i 20 anni ho fatto del petting con un ragazzo che mi piaceva da mesi, ma durante tutto l'evento era come se non fossi li, dopo quel fatto ho cominciato a provare disgusto per lui e non l'ho più frequentato.
La mia prima volta è stata a 23 anni e con il mio attuale marito, lui mi disse che il mio imene era molto duro e infatti non si è rotto in una sola volta, ce ne sono volute due e tuttora ne è rimasto un minuscolo lembo. E' successo in un periodo in cui ero in terapia sia individuale, sia di gruppo da una psicologa che si occupava esclusivamente di persone giovani e adolescenti.
La terapeuta che avevo all'epoca, quando le dissi cosa provavo, mi rispose di fare sesso con più frequenza per farmi passare le paure. Ovviamente la cosa peggiorò.
Andai da una ginecologa che mi diede una serie di lavande vaginali e pomate. Il problema continuò.
Con i terapeuti successivi si è sempre parlato di tremila argomenti, ma di sesso praticamente mai, anche se nella seduta iniziale specificavo che il mio problema era quello. Ho avuto terapeuti che si scordavano di me e quando arrivavo al loro studio non c'erano, altri che hanno chiesto di vedere chi mia madre, chi mio padre solo per insultarli e incolparli di ogni stupidaggine possibile. Chiacchiere, solo chiacchiere per anni.
Alla fine ce l'avevano tutti con i miei genitori che poverini invece sono gli unici che mi hanno sempre sostenuta. Mia madre soffre di sindrome da abbandono da quando ha perso padre e fratello in adolescenza, ma questo non ha nulla a che fare con i miei problemi sessuali.
Qualche altro terapeuta ha cercato di farmi divorziare e di mettermi contro mio marito. In terapia di coppia la terapeuta invece parteggiava per lui totalmente. Una ginecologa che mi ha visitato dopo il terzo figlio mi ha detto che ho l'utero retroverso.
L'ultima che ho visto invece mi ha detto che non ho nulla, tranne una leggera tensione muscolare all'imboccatura sulla sinistra.
Ho avuto tre figli (da cesareo), e miriadi di viste ginecologiche, test, e quant'altro. Ma alla fine sono ancora qui con lo stesso problema. Mio marito è stufo, dice che non ha 14 anni, che non vuole perdere tempo a fare cose da adolescenti, che di donne ne ha avute tante e ne ha (purtroppo) tuttora e nessuna si è mai lamentata. Per lui il problema è solo mio e me lo devo risolvere da sola, anzi lui è convinto che non lo risolverò mai.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Immagino che dopo i suoi tanti tentativi, adesso sarebbe indicato un approccio più mirato alla risoluzione della sua problematica psico/ sessuologica, sarà il Collega che valuterà se invitare suo marito al percorso terapeutico

La sessualità è un essere, non un fare.....
Ed ha una notevole componente " relazionale" , l' amore si fa in due....
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
" Per lui il problema è solo mio e me lo devo risolvere da sola, anzi lui è convinto che non lo risolverò mai. "

"di donne ne ha avute tante e ne ha (purtroppo) tuttora e nessuna si è mai lamentata"

Scusi, ma se Suo marito ha altre donne ANCORA OGGI, a Lei sta bene così, oppure quella stufa è Lei? Lei lo trova sensato tutto ciò?
Posso chiederLe da quanto tempo Suo marito ha altre donne?
Lei si ritiene responsabile (o qualcuno La fa sentire responsabile) di tutto ciò?
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dopo
Utente
Utente
Mi è stato fedele per 14 anni, poi non ne poteva più di vivere in astinenza e castità. Il suo comportamento è una conseguenza del mio problema, non la causa. Come al solito voi terapeuti spostate l'attenzione a cose che non hanno nulla a che vedere con il "mio problema". Chiacchiere, chiacchiere inutili, ma alla fine si parla del marito, del papà, della mamma, ecc io il problema ce l'ho indipendentemente dal marito, dalla mamma e dal papà. Il problema ce l'ho sempre avuto e tutti mi chiedono cose che non c'entrano nulla.
Ma a me chi me lo fa fare di buttare altri soldi in psicoterapia?
Mah!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

vede, Lei non vive isolata dal mondo, Lei e la Sua vagina e basta, ma è inserita in un contesto relazionale e non a caso i genitori non solo sono per molti di noi le prime figure d'amore che ci insegnano un modello relazionale e d'amore, ma poichè la sessualità riguarda la relazione, Suo marito ne fa parte.

Una possibilità, seppur impegnativa, dolorosa e difficile, è quella di guardare tutto ciò senza scappare: sono tanti i terapeuti che non L'hanno capita o Lei non ha tollerato di lavorare anche su tematiche difficili e dolorose ed è quindi scappata? Ci ha mai pensato?
Ma se Lei poi sa già che cosa c'entra e cosa non c'entra con il Suo problema, come mai non lo ha ancora risolto? Ha pensato anche a questo? Quindi nessuno vuole portarLa fuori strada, soprattutto qui. Da un consulto on line Lei si aspettava di risolvere il problema o di avere qualche chiarimento? Se si aspettava di risolvere il problema, allora ha sbagliato luogo, perchè da qui possiamo dare un orientamento agli Utenti, ponendo domande utili per inquadrare la situazione. E Lei non sa quali domande sono utili a noi specialisti per comprendere meglio la situazione, nè quale sia la logica che spinge a porre una determinata domanda.
Se ha bisogno di una psicoterapia deve rivolgersi allo specialista direttamente e tollerare la frustrazione e la sofferenza che in alcuni momenti la psicoterapia può dare.

Se poi Lei vuole prendersi tutta la responsabilità e giustificare l'adulterio di Suo marito, rifugiarsi nel cibo, dire che il problema è solo Suo, accanirsi contro gli psicoterapeuti e i ginecologi che L'hanno vista, allora anche questa scelta è più che legittima. Ma non credo abbia senso continuare a scrivere, nè -come Lei stessa riconosce- rivolgersi ad uno psicoterapeuta.

IMPORTANTE: la psicoterapia NON consiste in chiacchiere e se questo è ciò che Lei ha capito dopo otto terapie diverse, credo che non abbia mai fatto terapia o che non abbia capito come funziona. Molte forme di psicoterapia per i disturbi sessuali soprattutto sono prescrittive (quindi zero chiacchiere!) e se c'è un problema relazionale, si pone la coppia di fronte al problema.
I problemi di natura sessuale sono sempre problemi della coppia e non del singolo.
Forse Lei ha bisogno di proteggere la Sua relazione e Suo marito e anche questa è una scelta legittima.

Cordiali saluti,
[#8]
dopo
Utente
Utente
Forse nella lungaggine della mia introduzione vi è sfuggito il punto, non mi tocco neanche da sola. Non potrei mai toccarmi; ci ho provato, ma mi blocco, come mi blocco quando mi toccano i partner. Sono ossessionata dal lavarmi le parti intime. Non sarei in grado di fare questa conversazione dal vivo, non mi uscirebbero le parole dalla bocca. Se nella stanza in cui sono si parla di sesso io mi sento fortemente a disagio e cerco di cambiare argomento o uscire dalla stanza. Sono stata lasciata più volte per la mia reticenza a lasciarmi toccare. Non mi piace essere toccata da chi non fa parte della mia famiglia. Sono in difficoltà quando gli amici fanno battute a sfondo sessuale. Anni fa durante il petting con un ragazzo che mi piaceva molto mi sono dissociata dal mio corpo e in seguito ho provato profondo disgusto per quel ragazzo, tanto da cambiare gruppo sociale perchè mi dava fastidio vederlo. Mi sono sentita usata. Dopo i rapporti sessuali piango perché mi sento usata.
Provo attrazione, sento il desiderio di farlo, ma quando arriva il dunque, la mia testa va via, mi blocco, mi paralizzo, provo dolore più o meno forte in parti diverse delle mie parti intime senza uno schema preciso.
Alla fine non vedo l'ora che la cosa finisca. Dopo la vagina mi brucia per ore e piango perché mi sento un niente.
Riesco ad avere orgasmi solo col pensiero o sognando.
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dopo
Utente
Utente
Tutte le terapie che o seguito non sono durate meno di due-tre anni, una addirittura 5 anni. Me ne sono andata perché non mi risolvevano un bel niente, neanche un miglioramento, chiacchieravano e mi ciucciavano solo soldi, non sono scappata e per contro l'unica che mi ha dato consigli concreti è stata la moglie della mia guida spirituale che mi ha detto "quando sei da sola prova a masturbarti, guarda dei porno, ecc." Solo che siccome non riesco a toccarmi, non sono andata molto in là neanche con i suoi consigli.
Sarò sfortunata, che dire.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Posso chiederLe che cosa è emerso in terapia e quali indicazioni ha avuto quando ha provato a parlare, se ci è riuscita, di "...ci ho provato, ma mi blocco, come mi blocco quando mi toccano i partner."?

E come è stato trattato questo problema: "... Sono ossessionata dal lavarmi le parti intime..."? Come vede I Suoi genitali e che idea ha della sessualità è un tema fondamentale da trattare in una psicoterapia, soprattutto se Lei ha una problematica di questo tipo. Ma se Lei non riesce, in cinque anni di che cosa avete parlato? Se avete parlato di altro, come mai ha aspettato ben cinque anni per andarsene? Non solo cinque anni sono troppi, ma anche un mese se non si toccano questi aspetti.

Poi è importante l'aspetto che Lei definisce "dissociazione": è stato diagnosticato da qualcuno o è una Sua etichetta?
Non è stata fatta una mappa dei dolore che prova, cercando di mettere un po' d'ordine in questa confusione e cercando di comprendere cosa sia quel dolore?

Il consiglio di provare a masturbarsi, se il problema è proprio questo, e sganciato dalla relazione e dalla comprensione, non è sensato, perchè se così fosse tutti sarebbero terapeuti e nessuno starebbe male.

Le prescrizioni comportamentali che vengono assegnate dal terapeuta hanno un senso all'interno della terapia e di una cornice teorica di riferimento.

Posso chiederLe che tipo di psicoterapia ha fatto? Di quale orientamento?
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dopo
Utente
Utente
Nessuna delle cose che lei ha elencato, da nessuno dei terapeuti che ho visto.
Ho cominciato ad andare in terapia verso i 19 anni ero giovane ed ingenua e non sapevo cosa aspettarmi dalla terapia, fondamentalmente mi sono fidata dei vari psicologi di turno, però tutti la prendevano alla larga e mi facevano chiacchierare della mia infanzia o delle persone che mi circondavano e poi di sesso non se ne parlava più. Dopo un po' ti convinci che la terapia è così punto e basta. Ne provi tanti e più o meno tutti fanno e dicono le stesse cose. Non ho idea di quale orientamento fossero, nessuno di loro, qualcuno me lo ha anche detto, ma non ricordo. Mi hanno fatto dei test di vario genere, qualcuno mi ha dato antidepressivi, altri mi hanno dato calmanti (io li ho presi per un po' e poi mi sono stufata). Nessuno mi ha mai fatto una diagnosi o perlomeno nessuno me l'ha mai comunicata. Quella che mi ha fatto il test di Rorschach, mi disse che avevo dei problemi in ambito sessuale, ma non fu più specifica di così. Poi volle incontrare mia madre da sola, la insultò pesantemente, la fece piangere e a quel punto io la mandai a quel paese. Come ho specificato in un post precedente la psicoterapeuta del periodo in cui ho perso la verginità mi ha liquidata consigliandomi di fare sesso con più frequenza per farmi passare le paure. Mi disse anche di ubriacarmi, cosa che tra l'altro non sono capace di fare.
I ginecologi, mi dicono tutti cose diverse, seguo le cure, ma sono sempre al punto di partenza.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

con tutti i limiti del consulto on line, mi pare importante considerare l'episodio che Lei definisce "dissociativo" perchè lì può esserci la chiave per la comprensione del Suo disagio e che forse mantiene in piedi il problema, ma anche in termini di relazione è possibile che il tutto venga rafforzato.

Detto questo, è un diritto del pz. essere informati sul tipo di trattamento cui si fornisce il consenso; è un dovere del professionista informare il pz.

Se Le hanno prescritto farmaci, allora Lei si è rivolta a medici psicoterapeuti e non psicologi psicoterapeuti, perchè lo psicologo NON può prescrivere farmaci.
Anche il fatto di incontrare da sola Sua mamma, indipendentemente dall'insulto che non dovrebbe mai essere contemplato in una relazione civile, mi pare fuori dal mondo in quanto il parente viene incontrato dal terapeuta solo se il pz è d'accordo e alla sua presenza, non da solo!

Il suggerimento di fare sesso se il problema è proprio quello mi pare del tutto inadeguato.

Detto questo, a mio avviso vale la pena però provare a cercare uno psicologo psicoterapeuta con maggiori competenze e specifiche nel trattamento dei disturbi sessuali (ed eventualmente dissociativi).

Magri con un approccio diverso, come quello cognitivo. cognitivo-comportamentale o sistemico-relazionale.

Le faccio tanti auguri,
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
La invito a verificare che il professionista sia regolarmente iscritto all'albo degli psicologi e che sia anche psicoterapeuta: www.psy.it
Poi, può provare a fare delle telefonate e cercare di capire se il professionista è adatto al Suo caso.
Tenga presente che ci sono anche Consultori, dove può fare una prima valutazione.
Richieda qual è la diagnosi e quale tipo di trattamento è opportuno.

Cordiali saluti,
[#14]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
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https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1887-quando-non-piace-fare-l-amore-il-disturbo-da-avversione-sessuale-das.html


Se i percorsi pregressi non sono andati a buon fine, non significa che un' altra formazione non possa aiutarla.
Cari auguri